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Un futile motivo, un disaccordo sul carattere della prestazione sessuale consumata all'interno di un furgone preso a prestito da un amico alla base della violenta reazione che ha ucciso Benedita, la donna 40enne di origine nigeriana, trovata cadavere in un fosso in stradello Toni, ieri, alle ore 12,30. L'assassino, il 40 enne disoccupato, di origine palermitana, che trovava alloggio presso la casa della madre a Pavullo, e che si è costituito a poche ore dal delitto, ha confessato di avere colpito ripetutamente alla testa la donna con una pesante morsa da banco, attrezzo da lavoro che si trovava all'interno del furgone preso a prestito da un amico utilizzato anche sabato sera per adescare la donna. Mezzo che l'uomo avrebbe utilizzato per trasportare il corpo della donna sul luogo del ritrovamento del cadavere.
La donna, ma questo sarà l'autopsia a verificarlo, potrebbe essere morta non subito dopo i colpi, ma durante il tragitto per giungere al luogo in cui sarebbe poco dopo stata gettata, magari ancora in vita. Un tragitto che l'uomo non avrebbe percorso in maniera lineare. Sembra che dopo l'aggressione abbia girovagato con il corpo della donna in macchina, prima di decidere di lasciarlo proprio in quel posto.
Particolari che rendono ancora più agghiacciante il racconto che l'uomo, in modo lucido, avrebbe esposto ai Carabinieri prima in forma di deposizione spontanea e poi nei termini della confessione, alla presenza di un avvocato. Una lucida violenza che si sarebbe espressa anche nel modo in cui ha dichiarato di essersi sbarazzato del corpo di Benedita, come un oggetto inutile del quale liberarsi, da gettare appunto, come lui ha testualmente dichiarato, nel fosso.
Una confessione inquietante quella fornita ai Carabinieri che ora dovrà essere incrociata con i rilievi condotti sul luogo del ritrovamento del cadavere dalla Polizia Scientifica e dalla Squadra Mobile e dall'esame approfondito del furgone utilizzato dall'uomo e ora posto sequestro e a disposizione dei Carabinieri.
Nella foto tra il Procuratore della Repubblica Lucia Musti, da sinistra, il Comandante del reparto operativo dei Carabinieri Stefano Nencioni, ed il dirigente capo della squadra mobile di Modena Salvatore Blasco
Nel video le loro dichiarazioni
Nel video l'intervista a:
- Stefano Nencioni, Comandante reparto operativo Carabinieri di Modena
- Salvatore Blasco, Dirigente Capo Squadra Mobile di Modena