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Ieri sera c'erano i ristoratori, questa sera c'era il grande mondo delle associazioni sportive dilettantistiche, della scuola, della cultura e dello spettacolo. In piazza Grande, per esprimere contrarietà e sconcerto rispetto al nuovo DPCM che fino alla fine di novembre bloccherà completamente l'attività di palestre e centri sportivi, teatri, spazi della cultura e obbligando alla Didattica a Distanza al 75% (in Emilia-Romagna applicata da giovedì) gli studenti delle scuole superiori. Una ventina di associazioni modenese in rappresentanza di una serie di mondi colpiti duramente da un decreto che non ha tenuto conto degli sforzi fatti e dei risultati ottenuti proprio sul fronte della sicurezza. Che ha portato per esempio nel mondo del teatro e degli spettacoli con pubblico in presenza, a livello italiano, ad un solo contagiato. Il nulla. Eppure il settore è stato punito nel peggiore dei modi, con la chiusura.
Allo stesso modo centri danza, associazioni sportive dilettantistiche che rifiutano le parole del premier Conte che le ha definite attività non essenziali. 'E invece, essenziali, lo siamo eccome' - ribadiscono e rispondono i tanti, dalla piazza. 'Per noi stessi, per le persone che ci lavorano, che le frequentano ma soprattutto per la funzione sociale che queste realtà svolgono. Il governo non ha capito che non siamo noi il problema ma possiamo essere elemento fondamentale della soluzione'. La piazza è quasi piena, nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Dopo la presentazione ed un incontro in Municipio con gli assessori Baracchi e Bortolamasi, che hanno condiviso le ragioni espresse, si passa agli interventi, davanti al microfono. C'è una scaletta ma chi vuole intervenire, può. Si susseguono i rappresentanti delle diverse associazioni. Ci sono studenti, presidenti di associazioni, insegnanti di ballo, di danza e attori.
Ma anche insegnanti e operatori della scuola. In un unico grido per chiedere che cultura e sport di base non siano considerati attività non essenziali.
Il responsabile provinciale CGIL Scuola Claudio Riso parla dei limiti della didattica a distanza e delle conseguenze, già preoccupanti, del ricorso massiccio lo scorso anno scolastico. Inoltre mette in guardia rispetto ai sempre più frequenti ritardi nella fornitura dell'esito dei tamponi in ambito scolastico, elemento che metterebbe a rischio la capacità di tracciamento delle possibili positività. 'Di questo siamo preoccupati', afferma Riso, ascoltabile nella video intevista di seguito, insieme ad altri manifestanti
Redazione Pressa
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