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'Chiariamo subito un punto: ciò che è successo a Torino non potrà succedere a Modena. In quel contesto si erano generate tensioni per quella che noi definiamo tortura perpetrata in nome dello stato. A Modena, così come abbiamo fatto da tre anni a questa parte, vogliamo riportare l'attenzione sulle condizioni carcerarie e su quella che giudichiamo una strage, quella di 3 anni fa, quando nella protesta al carcere di Sant'Anna morirono 9 persone. Detenuti che dovevano essere protetti dallo Stato, uno Stato che di fronte a 9 morti ha scaricato le proprie responsabilità'.
Così un esponente del Comitato Verità e Giustizia sui morti del Sant'Anna, in piazza Matteotti, risponde alla nostra domanda sulla fondatezza dell'allarme e del rischio di presenze capaci di creare disordini, danneggiamenti e violenze, durante la manifestazione in programma oggi dalle 14 con partenza da piazzale primo maggio alla casa circondariale di Modena.
Allerta lanciata anche dal sindaco di Modena. 'Sarà una manifestazione che vorremmo essere dialogante nei confronti della città, una città che si è dimostrata colpevolmente silente anche di fronte alla morte di 9 detenuti e all'archiviazione dei casi. Archiviare significa non fare emergere la verità che arriverebbe da un processo che per la maggior parte di loro non ci sarà'. In sostanza, ci viene fatto intendere che domani, domenica, nulla sarà diverso da quanto già visto in analoghe iniziative che negli scorsi anni, pur 'zigzagando' tra le restrizioni Covid, il Comitato era riuscito ad organizzare, anche davanti al carcere. Dove il corteo di domenica approderà nuovamente. Certo sulle proteste incide il caso Cospito, sul quale si è 'incendiata' la piazza di Torino e rispetto al quale il Comitato parla di 'tortura di Stato' attraverso il 41bis, verso il quale esprime la condanna ma pare che il rilievo dell'evento sia per lo più modenese, sul carcere di Modena e sulla verità sui fatti di tre anni fa.
'E' a Modena che vogliamo rivolgerci, ai modenesi che in tutti questi anni non hanno considerato quanto avvenuto. Oggi tanti si sono fermati ad ascoltarci, a veder la cella che avevamo realizzato a dimensioni reali, a prendere dei nostri volantini, e si sono mostrati molto interessati, così come lo erano stati anche quando parlammo durante il Festival filosofia sul tema giustizia' - ricorda Elena. 'Vogliamo che l'attenzione rimanga alta su questi temi'. Che nello specifico riportano alla tragedia di tre anni fa ma più in generale richiamano alle condizioni del carcere giudicate 'schifose' dai componenti del comitato. A dimostrarlo la riproduzione in legno appunto in scala 1:1 di una cella del carcere. Per dimostrarne le piccole dimensioni e i ridotti spazi vitali. 'Su questo vogliamo aprire un dialogo con la città sull'informazione e la verità su quei fatti. Modena vanta delle eccellenze in tanti campi, avremmo voluto e vorremmo che le vantasse anche rispetto al proprio carcere'
Insomma, toni distesi da parte degli organizzatori, in una atmosfera, che nel sabato pomeriggio di ieri in piazza Matteotti appare serena e festosa, con tanto di musica. Se non fosse per un episodio, denunciato da una persona presente in piazza, proprietario di un camper preso in prestito dal Comitato per ritirare la struttura in legno a dimensione naturale della cella posizionata oggi in piazza Matteotti. Proprietario che una volta parcheggiato il mezzo sotto casa propria, avrebbe trovato agganciato sotto la scocca con una calamita, un dispositivo di tracciamento che sarebbe stato posizionato da un gruppo di ignoti individuati da alcuni vicini di casa.
'Un fatto grave' - ha affermato successivamente in una nota il Comitato che specifica: 'Nonostante la gravità dell'episodio la mobilitazione, con i suoi diversi appuntamenti, prosegue senza intimidazioni'.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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