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'I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire. Sempre tutti uniti contro la mafia di Riina e Bagarella. No abbandono No omertà No mobbing di Stato'. Con una serie di tweet il colonnello Sergio De Caprio, noto come Capitano Ultimo, esprime la sua rabbia per la revoca della sua scorta che scatterà domani, nell'anniversario peraltro dell'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Ultimo chiede anche polemicamente 'chi ha visto il comandante dei carabinieri Giovanni Nistri?', ringrazia gli oltre diecimila firmatari della petizione promossa sulla piattaforma change.org per chiedere il mantenimento della tutela per l'ufficiale dei carabinieri e cita le parole dello stesso Dalla Chiesa contro 'l'ingiustizia che sostiene la mafia di Riina e Bagarella e fa uccidere i combattenti del Popolo'.
Ed era stata proprio Rita Dalla Chiesa, la figlia del generale ucciso dalla mafia a contestare su Facebook nei giorni scorsi la decisione di revocare la scorta al Capitano Ultimo.
Il vicepremier Matteo Salvini pochi giorni fa disse che 'il ministro dell'Interno non può intervenire direttamente sull'assegnazione del personale di scorta. Per quanto riguarda la vicenda del Capitano Ultimo, protagonista di brillanti e celebri operazioni, la notizia non mi ha lasciato indifferente. Nel rispetto del lavoro e della professionalità di tutti, chiederò informazioni per capirne di più. Sicuramente una riduzione dei quasi 600 dispositivi di scorta, record a livello europeo, sarà necessaria per recuperare almeno una parte dei 2.000 uomini delle Forze dell'Ordine quotidianamente impegnati in questi servizi. Servizi spesso motivati, altre volte no'.
Sergio De Caprio è l'uomo dei Ros che (guidato dal colonello Mauro Obinu) arrestò il 15 gennaio 1993 Riina.
Ancor oggi tiene il viso mascherato da un passamontagna militare non per vezzo, ma per reali minacce subite. Il 23 luglio 1993 il pentito Salvatore Cancemi, all’indomani della sua scelta di costituirsi a seguito dello scontro tra fazioni interne a Cosa Nostra di cui pensava di poter diventare vittima, disse che in una riunione di mafia fatta poche settimane prima, Bernardo Provenzano aveva dato ordine ai capi mafia presenti di cercare, catturare, interrogare e uccidere il capitano Ultimo al fine di sapere da lui i nomi e le vere modalità che portarono all’arresto di Riina che aveva piegato Cosa Nostra. Altri collaboratori di giustizia, come Giuseppe Guglielmini uomo d’onore della famiglia di Altarello, confermarono la ‘sentenza’ di Provenzano sottolineando come lo stesso comando fosse stato esteso anche a tutti gli ex ufficiali impegnati in quella operazione.
Lo scontro modenese
Ricordiamo che lo scorso anno Sergio De Carpio finì nel mirino della magistratura e della Pm modenese Lucia Musti per le inchieste sul caso Consip. La Musti in audizione al Csm disse: «Il colonnello De Caprio mi disse: ‘Lei ha una bomba in mano, se vuole la può fare esplodere. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi’». E ancora la Musti parlò di carabinieri «esagitati»: «Quei due (Scafarto ex capitano del Noe e De Caprio, ndr) sono veramente dei matti, spregiudicati e con un delirio di onnipotenza. Le loro intercettazioni? Fatte coi piedi. Le informative presentate a Modena? Roba da marziani».
Ultimo replicò: 'Non ho mai svolto indagini per fini politici. La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ci ha liberamente richiesto, compresa la presenza del capitano Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la prefettura perché li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente'. E ancora: 'I carabinieri non fanno golpe'.
E oggi è lo stesso Ultimo a ricordare quei fatti, quelle accuse della Musti con un altro tweet e un richiamo al Vangelo.
La casa famiglia
Sergio De Caprio ha aperto pochi anni fa una casa famiglia alle porte di Roma dove vivono 8 ragazzi e intorno a quei ragazzi ha 'costruito una microeconomia di sopravvivenza alimentata dalle famiglie che ogni fine settimana passano per il centro. Ogni domenica alla messa nella chiesa dei poveri vengono distribuiti viveri alle persone emarginate. A quella Messa domenicale (a fianco dell'altare un asinello e sulla tavola un falco) due anni fa partecipammo e intervistammo Ultimo. Pranzammo con lui alla mensa comune. Gli chiedemmo anche di Modena. Riproponiamo quella intervista.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>