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La scorsa estate, nel pieno del periodo di siccità, il caso del bacino irriguo di Altolà di San Cesario sul Panaro, mai utilizzato, nonostante il milione di metri cubi di acqua al suo interno, era stato al centro della cronaca nazionale come esempio di spreco di denaro pubblico ed inefficenza.
Se l'acqua, all'interno del grande invaso creato in una delle tante cave di ghiaia dove si scavò fino ad andare a contatto con la falda, c'è sempre stata e c'era anche questa estate, il bacino non è mai stato utilizzato. Questo perché il grande sistema di tubature che doveva trasportare l'acqua a fini irrigui nel territorio, in anni di mancato utilizzo, si è praticamente distrutto. Spesa per risistemare il sistema enorme, circa 4 milioni di euro. Insostenibile per un comune come San Cesario che sceglie di ricorrere così ai fondi PNRR.
Passano mesi fino a quando le opposizioni consigliari, non avendo notizia, chiedono se la risposta è arrivata. Il Comune risponde loro il 5 dicembre. Risposta negativa, mostrata questa mattina dai Consiglieri Mirco Zanoli (Rinascita Locale), Sabina Piccinini (Nuovo San Cesario), e il referente locale di Fratelli d'Italia Francesco Sola. Il finanziamento non è concesso. 'E di fatto una pietra tombale rispetto al futuro dell'opera, a ciò che doveva essere e alla sua funzione per il territorio, fondamentale per l'irrigazione soprattutto in caso di siccità'. Allora che fare? I consiglieri temono che venendo di fatto meno la funzione irrigua (un eventuale ricorso rispetto ai finanziamenti negati aprirebbe comunque una procedura di anni), l'amministrazione ne conceda l'utilizzo al grande frantoio in progetto nell'area adeiacente. Ipotesi, quest'ultima, già rispedita al mittente dai Consiglieri comunali d'opposizione. 'Vorremmo che l'area rimanesse destinata ad un uso al servizio della collettività e dei cittadini. Dal lago per pesca e attività sportive, o a luogo naturale, ma no all'utilizzo industriale. 'A questo proposito vorremmo ricordare che quando quell'invaso era ancora cava, l'impegno sarebbe stato di utilizzarla come opera compensativa. Ovvero la sua destinazione avrebbe in qualche modo dovuto ricucire quella ferita aperta al territorio attraverso un utilizzo di pubblica utilità per la stessa. 'Su questo punto non molliamo, e siamo pronti a presentare in consiglio comunale anche la proposta di cambio destinazione d'uso affinché possa essere utilizzato nell'interesse della collettività'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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