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Fondazione Modena: come mantenere e garantire un patrimonio da un miliardo

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Il direttore Luigi Benedetti spiega come la strategia adottata abbia consentito di garantire solidità del patrimonio anche durante le crisi dei mercati finanziari. Avanzo medio a 32,5 milioni


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La Consiliatura dei Fondazione Modena si chiude con un attivo di bilancio che sfiora il miliardo di euro. Un patrimonio garantito nonostante le minacce derivanti dalla crisi dei mercati. Fondamentale per trasferire le risorse sul territorio nelle varie azioni. Ma se è chiaro, o almeno più chiaro, districarsi tra le voci di spesa di investimento che definiscono il bilancio che nell'ultimo quadriennio ha distribuito sul territorio 108 milioni di euro, meno immediato e facile capire come la fondazione di Modena riesce ad alimentarsi, ad avere proventi e a garantire, al netto delle erogazioni il proprio patrimonio. A questa domanda di chiarezza ha risposto nel corso della conferenza stampa il direttore di Fondazione Modena Luigi Benedetti. 


I mercati finanziari nel quadriennio 2019-2023 sono stati caratterizzati da shock esogeni che hanno interessato tutte le principali aree geografiche a livello globale e hanno provocato livelli estremi di volatilità, condizionando pesantemente il processo di gestione del patrimonio della Fondazione.

In questo contesto l’attività della gestione del patrimonio della Fondazione è stata oggetto di una pluralità di scelte rilevanti, effettuate con l’obiettivo di accrescere ulteriormente la qualità, la robustezza e la trasparenza dei processi decisionali e, di conseguenza, le prospettive reddituali e di conservazione del patrimonio oltre che nel lungo periodo anche a fronte di scenari avversi.

Questo approccio ha consentito, nel quadriennio, di proseguire il percorso di avvicinamento della composizione del portafoglio verso l’asset allocation strategica, di ridurre il livello di concentrazione del rischio su un gruppo di titoli su cui il patrimonio era particolarmente esposto, di accrescere, in generale, il grado di diversificazione di portafoglio con il fine di migliorarne il profilo di efficienza, ed, infine, di incrementare l’esposizione a classi di asset che, oltre a garantire diversificazione, hanno mostrato storicamente profili di rischio/ritorno particolarmente attraenti.



Nel rispetto ed in coerenza con quanto suggerito dal protocollo ACRI-MEF, la Fondazione anche in questa consigliatura ha confermato il ruolo del veicolo di investimento attraverso il quale implementare una porzione consistente dell’allocazione complessiva.

Il peso del veicolo dedicato, all’interno del portafoglio della Fondazione, è pari al 43,5% del totale degli investimenti finanziari a valore di mercato al termine dell’esercizio 2021. È superiore a quello medio di sistema ed è in linea con quello del gruppo delle Fondazioni di grandi dimensioni di cui fa parte (le prime 17 per patrimonio 2021, secondo quanto esposto nel XXVII Rapporto ACRI).

Significativa la ricomposizione del rischio azionario che ha visto ridurre l’esposizione ad emittenti italiani, in particolare del settore bancario, a favore di una maggiore diversificazione geografica e settoriale, attuata attraverso la costituzione e lo sviluppo del veicolo di investimento dedicato.

La conseguente diversificazione delle fonti reddituali ha contribuito a determinare una maggiore resilienza dei risultati economici conseguiti nel corso del quadriennio, realizzando un avanzo medio tra il 2019 ed il 2022 di oltre euro 32,5 milioni, in aumento rispetto al valore medio di 31,2 milioni di euro, conseguito tra il 2015 e il 2018. La redditività espressa dal patrimonio si attesta, dunque, su valori sempre superiori al 3,5%, posizionando Fondazione di Modena nel percentile più alto sia del gruppo delle grandi Fondazioni, sia dell’intero sistema.

Per quanto concerne l’efficienza gestionale, il rapporto tra oneri di funzionamento e patrimonio contabile si è mantenuto stabile su valori circa pari allo 0,40% per tutto il quadriennio 2019-2022. In relazione alla redditività di portafoglio, ad eccezione dell’esercizio 2017, i proventi netti si sono attestati costantemente su livelli uguali o superiori ai 30 milioni di euro, a prescindere dalle difficili condizioni di mercato a cui si è assistito, ad esempio, durante il 2020 ed il 2022.

Gli ottimi risultati a consuntivo sono da leggere anche attraverso la lente della progressiva integrazione dei criteri ESG nelle scelte di investimento della Fondazione. La dettagliata reportistica prodotta dalla società di risk advisory in relazione alla sostenibilità di portafoglio fa emergere una complessiva valutazione che colloca il portafoglio della Fondazione tra i cosiddetti “leader” con rating AA superiori al benchmark. Questo risultato conferma la coerenza dei processi di gestione del patrimonio con il Documento Strategico di Indirizzo, che si ispira agli SDGs contenuti nell’Agenda 2030 ONU.

Questa consiliatura si chiude registrando un attivo di bilancio che sfiora il miliardo di euro, con una sostanziale e trasparente equivalenza tra valori contabili e valori di mercato.

Il superamento delle previsioni di redditività contenute nei Documenti Programmatici Previsionali ha permesso di salvaguardare il patrimonio investito e di rafforzare il ruolo istituzionale della Fondazione, e, in particolare, la missione di sussidiarietà quale corpo intermedio dello Stato.

Tali risultati si sono realizzati grazie al contributo della Commissione Investimenti e di tutta la struttura tecnica della Fondazione, nel quadro delineato dagli ambiti di responsabilità strategici e gestionali di competenza degli organi.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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