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Inutile girarci intorno. Con il balletto dei comunicati dei portuali di ieri, con le dimissioni del loro leader Stefano Puzzer e con il video confuso di oggi di Puzzer stesso (talmente confuso da dover esser registrato due volte per un errore nelle date, vedi sopra), la protesta dei lavoratori del porto di Trieste è fallita. Certo, ora qualcuno probabilmente continuerà, resisterà anche in modo nobile, ma ormai i giochi sono fatti. A fine ottobre a Roma l'incontro si trasformerà in un teatro ormai visto e rivisto, verrà diffuso un comunicato di circostanza e dei 'giorni di Trieste' resterà un vago ricordo di quello che poteva essere. Perchè è evidente che il sedersi al tavolo delle trattative col Governo, per un Movimento che aveva posto come unica condizione l'abolizione del Green Pass, è comunque una sconfitta.
Questi sono i fatti e negarli è semplicemente voler nascondere la realtà.
Eppure anche il video di oggi col quale Stefano Puzzer continua a ribadire di non voler mollare, mentre contemporaneamente rassegna le dimissioni, è lo specchio di una sconfitta che non è solo confinata nel molo triestino.
I portuali ci hanno provato, hanno fatto quello che partiti politici, sindacati, associazioni di categoria non hanno fatto. Hanno fatto in modo ingenuo, forse eccessivamente retorico, con gli strumenti a loro disposizione, quello che altri, titolati a ricoprire tale ruolo, hanno rinunciato a fare.
Se è vero, come affermano i sondaggi (Swg), che un quarto degli italiani è fermamente contrario al Green Pass, è un evidente vulnus democratico che tale fetta di cittadini non sia rappresentata da nessuno.
La campagna vaccinale non c'entra nulla e non c'entrano nulla neppure le legittime posizioni di ciascuno sulla carta verde, ma se in una Democrazia un cittadino su quattro è contrario a una legge dello Stato, occorre che i corpi intermedi lo rappresentino. In qualche modo.
E invece nessuno oggi in Italia si è preso la difficile responsabilità di rappresentare questo 25% di italiani. I partiti (compreso Fdi) balbettano, i sindacati applaudono e le associazioni di categoria pure.
E così finisce che tutte le speranze vengono riposte sui lavoratori di un porto. I lavoratori ci provano, con onestà e coraggio combattono, ma poi si arrendono. Perchè non hanno gli strumenti, perchè la responsabilità è troppo grande. Perchè sono stati lasciati soli.
Ecco allora perchè la sconfitta di Stefano Puzzer e dei suoi ragazzi è la sconfitta di tutti. Perchè la mancata rappresentanza di una fetta di popolazione pacifica, è sempre un problema. In qualunque caso. Coi portuali davvero oggi perdiamo tutti. Anche chi pensa di aver vinto, anche chi in modo grottesco festeggia davanti alla loro resa.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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