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Non ha sortito nessun effetto nemmeno la diretta tv nazionale sul caso sollevato da La Pressa della famiglia di Giovanni Giovannini, modenese che tra pochi giorni rischia di trovarsi senza tetto. Lui, moglie, figlia ed un simpatico cagnolino. Nessuna soluzione percorribile è arrivata rispetto alla sua richiesta, avanzata già da un anno, di garanzie per l'accesso ad un alloggio in affitto nel mercato libero o della rete gestita dall'agenzia casa del comune. Dove andare nel momento in cui dovrà lasciare l'appartamento che Giovanni, ex artigiano, ha dovuto vendere per pagare spese e debiti accumulati dopo la perdita del lavoro seguita ad un infarto e a interventi al cuore e al fatto che ad oggi, nonostante le richieste, non gli è ancora stata riconosciuta una invalidità. 'Da più di un anno ci siamo rivolti al Comune.
Non chiediamo un aiuto economico, ma solo di entrare in un alloggio privato gestito dal comune attraverso l'agenzia casa o che il comune ci fornisca garanzie richieste per l'accesso ad un appartamento sul libero mercato, che nelle nostre condizioni nessuna agenzia ci riconosce, nonostante abbiamo la possibilità di pagare un affitto'. Oggi la famiglia si sostiene con il reddito di cittadinanza e con un lavoro precario della figlia ventenne da circa 800 euro mese. 'In accordo con la famiglia che ha acquistato l'appartamento, abbiamo avuto la possibilità di continuare ad abitare qui, ma siamo pronti ad uscire in mezza giornata. Abbiamo svuotato già tutto e portato i mobili in un box. Quando vorranno entrare siamo in grado di liberare l'appartamento in mezza giornata, il problema è che saremmo senza un tetto. Ma è doveroso rispetto a chi deve entrare non occupare un appartamento formalmente già venduto, anche se allavandita
E il cavillo burocratico che impedirebbe l'accesso ad un alloggio privato gestito dal Comune attraverso l'agenzia casa starebbe proprio qui. Fino a quando non c'è l'atto finale di vendita, già concordato ma solo rinviato di alcuni giorni, la famiglia risulta ancora proprietaria dell'appartamento, e questo è elemento di esclusione dalla possibilità di accedere ad un alloggio privato gestito dal Comune. Vincolo che sarà rimosso solo nel momento in cui Giovanni e la sua famiglia, cedute le chiavi, si ritroverà in strada senza casa. Da qui la richiesta di potere contare su una garanzia del Comune per accedere ad un alloggio sul mercato libero. 'Un affitto da 500, 550 euro siamo in grado di sostenerlo, ma nessuna agenzia ce lo concede, senza garanzie, quelle garanzie che da un anno, sapendo che questo momento sarebbe arrivato, chiediamo al Comune. Ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. Ho mandato un mail anche al sindaco oltre all'assessore Pinelli che si era impegnata a trovare una soluzione. Poi da mesi, il silenzio, se non la proposta degli uffici comunali che in via provvisoria ci hanno indicato un residence a Modena al cui affitto il Comune comparteciperebbe per 800 euro su un mensile da 1600 oppure un alloggio alla stessa cifra sui colli bolognesi. Chiaramente proposte inaccettabili. La prima, a Modena, anche per una questione di principio. Perché dovremmo spendere 800 euro noi e 800 il comune, quando basterebbe una garanzia del comune, per potere spendere noi 500 euro o meno ed il comune zero? Non capiamo perché non si riesca a dare risposta e a risolvere una situazione simile. Capisco che non siamo profughi ma per noi questa è comunque una situazione di emergenza che ci sta logorando. Di avere risposte dal comune abbiamo perso la speranza. Auspichiamo che un privato possa concederci un affitto. Io e la mia famiglia ne saremo grati'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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