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Jovanotti difende i suoi beach party: 'Contro di noi gli eco-nazisti'

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'Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l'attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri'


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Lorenzo Jovanotti replica alle polemiche che hanno investito il suo Jova Beach Party. In un video pubblicato su Instagram, il cantautore romano, afferma che ai live del Jova Beach Party non ci sono lavoratori in nero e replica a chi lo accusa di fare 'ecologismo di facciata'.
'Il Jova Beach Party non mette un pericolo nessun ecosistema, non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo, ma le portiamo a un livello migliore di come le troviamo. Il Jova Beach non è un progetto 'greenwash', parola che mi fa cagare così come mi fa schifo chi la pronuncia, perché è una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli. Il Jova Beach Party è un lavoro fatto bene: se pensate che non sia fatto bene venite a verificare, venite qua. Non diffondete fuffa.

Il mio pubblico è fantastico, ha una coscienza alta rispetto all'ambiente. Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l'attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Il nostro è un progetto fatto bene che tiene conto dell'ambiente, parla di obiettivi di sostenibilità e realizza quelli che è in grado di realizzare con gli strumenti messi a disposizione dalle leggi, dal buon senso, dalla volontà'.


Sopra il Jova beach party a Marina di Ravenna a luglio

'Il lavoro nero per me è una piaga enorme, una cosa molto seria', precisa inoltre seduto accanto a Maurizio Salvadori della Trident. 'Lavoro con la Trident e Salvadori dal 1988, e da allora abbiamo fatto tournée grandi e piccole, discoteche, locali, bar, stadi e non abbiamo mai avuto una contestazione sul piano della legge del lavoro.

Ma so che siamo nell'occhio del ciclone: il Jova Beach porta grandi eventi in piccole realtà mettendo in moto il livore locale e micro vendette in qualche modo politiche'. A spiegare il caso nel dettaglio è Salvadori: 'Collaboriamo con 20 società che offrono servizi, dall'audio al palco, al facchinaggio che oggi è difficile da trovare, perché dopo 3 anni di Covid metà facchini specializzati hanno cambiato lavoro e oggi per trovare i 700 facchini che ci servono dobbiamo farli arrivare anche da 200-300 km con i pullmann e da sei, sette, otto società diverse che noi conosciamo, che lavorano nell'abito della musica da anni se non da decenni, ed è impensabile che facciano lavorare in nero. Si tratta di un'accusa veramente pesante, per chi cerca di lavorare sempre al meglio: non esiste lavoro nero al Jova Beach Party, può esistere qualche infrazione formale. Ci hanno dato 1400 euro di multa perché non avevamo transennato l'area del cantiere, in una parte mancava il nastro bianco e rosso, probabilmente si era strappato, e pagheremo'. Quanto ai 17 lavoratori non in regola, 'le tre società interessate hanno oblato in dodici ore, sono risultate in norma e stanno lavorando nel cantiere, anche i 17 lavoratori sono qui e stanno lavorando'.

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