Mirandola: la chiusura del punto nascita al Parlamento Europeo

L'eurodeputata Lega Alessandra Basso oggi nel sit-in all'ospedale insieme a Sindaco e rappresentanze politiche: 'Chiederemo fondi europei per questo ospedale, realtà simbolo di una sanità vicina ai territori che vogliamo tutelare'. I Consiglieri Lega: 'Regione e Ausl hanno lavorato 5 anni per chiuderlo, ora temiamo per il Pronto Soccorso'

L'occasione per rilanciare la richiesta di riapertura del punto nascita e di riavere quelle condizioni che hanno sempre garantito un centro attrattivo e di eccellenza, riferimento per tutta l'area nord e non solo, è arrivata a seguito dell'interesse al caso Mirandola dimostrato dall'europarlamentare Lega Alessandra Basso.
'Con un atto che presenterò lunedì chiederò la possibilità di accedere a fondi della Next Generation EU, a sostegno di questa realtà ospedaliera che rappresenta un simbolo di una sanità vicina al territorio e alla gente in un distretto importantissimo. Così come lo sono i punti nascita e gli ospedali delle zone montane'. 'Quelli che la regione ha chiuso'- le fa eco Stefano Bargi. 'Il presidente Bonaccini non solo non ha mantenuto la promessa elettorale di riaprire il punto nascita di Pavullo, ma ora ha chiuso anche quello di Mirandola'. 'Del resto - ribadisce il Consigliere comunale Lega a Mirandola e Coordinatore provinciale del partito Guglielmo Golinelli - dal 2017, anno in cui al punto nascita di Mirandola è stata concessa la deroga all'apertura a seguito dell'emergenza sisma, Regione e Ausl non hanno fatto altro che lavorare per creare le condizioni per chiederne, alla scadenza della deroga, la chiusura.
Non investendo sul personale in organico, ricorrendo aumentando i costi alle cooperative esterne e ponendo sempre più restrizioni alla possibilità delle donne di Mirandola e dell'area nord di continuare a partorire a Mirandola come da sempre preferivano fare. Dirottando sempre più gestanti a Carpi e a Modena, per poi arrivare a dire che la soglia dei 500 parti annui non si raggiungeva, aggiungendo un elemento per chiederne la chiusura. Se non fosse stato per questa azione della regione, il punto nascita di Mirandola viaggerebbe ancora ben oltre ai 500 parti annui in assoluta sicurezza. Inoltre oggi che il governo ha prorogato anche la proroga per l'emergenza sisma, ci sarebbero le condizioni per riaprirlo. Purtroppo manca la volontà politica. Questa logica di smantellamento che ha portato alla chiusura del punto nascita è la stessa che vediamo applicata nei confronti del Pronto Soccorso che temiamo che dopo avere perso la piena disponibilità dell'auto medica, e oggi soffre della carenza di personale, sia avviato verso la chiusura. Uno scenario al quale ci opporremo'
“Abbiamo colto e coglieremo ogni occasione utile per accendere i riflettori sulla situazione in cui versa il nostro Ospedale – commenta il Sindaco Alberto Greco – la grande partecipazione e la varietà di forze politiche ed espressioni della comunità che hanno scelto di aderire al nostro invito certificano che Mirandola, e più in generale tutta l’Area Nord, non hanno intenzione di cedere passivamente al progressivo depotenziamento della struttura, nè tantomeno di farsi convincere dagli artifici semantici utilizzati dalla Regione e dall’Ausl. Ormai alle bugie i cittadini non credono più: il potenziamento non c’è e le “sospensioni” sono invece chiusure. Dopo il punto nascite, che poteva essere tranquillamente salvato, ad essere messo in discussione sarà il Pronto Soccorso. Grazie all’On. Basso porteremo le nostre ragioni al Parlamento Europeo”.
In queste circostanze è necessario che la politica ci sia, a tutti i livelli: dalla comunale alla europea: stiamo parlando di servizi essenziali. La discussione in Europa – chiosa l’Onorevole Alessandra Basso - spesso si avviluppa su questioni settoriali come la misura delle vongole. È invece indispensabile spostare l'attenzione e focalizzarsi su temi primari, come lo è la sanità, che coinvolge tutti, trasversalmente. Sono qui oggi per tenere alta l'attenzione sulla “sospensione-chiusura” del punto nascita di Mirandola. Lunedì a Bruxelles depositerò una interrogazione alla Commissione europea chiedendo la possibilità di destinare fondi al mantenimento di questi servizi essenziali.
L'ospedale rappresenza una sicurezza per i cittadini, anche a fronte di una popolazione che sta diventando sempre più anziana: le progressive sospensioni, preludio alle chiusure, non fanno che impoverire i territori e diminuire la qualità della vita delle comunità. Siamo qui per presidiare e per evitare che la popolazione venga defraudata dei servizi essenziali”.
Gi.Ga.
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