articoliIl Punto
Modena, il vescovo in Consiglio: il rischio di una Fede normalizzata
La Pressa
Se la Fede può annunciare che c'è Vita anche dentro ai Sepolcri, se può affermare davvero che ogni lacrima verrà asciugata e che il sollievo dell'ombra dei cipressi non è solo una pia illusione, allora tutto il resto passa in secondo piano. Cambiamento climatico compreso
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il tema era quello del cambiamento climatico e della transizione ecologica. Il convegno organizzato sabato in Consiglio comunale a Modena ha visto, tra gli altri, la presenza del vescovo Erio Castellucci. Un intervento, quello del vescovo, come di consueto dotto, argomentato e ricco di citazioni, volto a sostenere la tesi della condanna a ogni negazionismo o riduzionismo rispetto agli effetti dell'attività umana sul clima. Al di là della presenza di voci non del tutto concordi - anche nella comunità scientifica - rispetto alla reale portata della influenza dell'uomo sulle dinamiche climatiche, a far riflettere è una sorta di 'normalizzazione' della Fede che l'intervento del vescovo restituisce. Davanti alle eterne domande esistenziali dell'uomo, davanti al baratro rappresentato dal pensiero del 'chi siamo', 'da dove veniamo' e 'dove andiamo', davanti alla esigenza atavica di una risposta all'apparente caos legato alla Morte e alla Fine, che cosa aggiunge questo calare la Fede nel dibattito politico contingente? Se la Fede, della quale il vescovo è primo portavoce a livello locale, si riduce a semplice elemento di discussione tra gli altri, se la Chiesa diventa una agenzia come tante (al pari della Università per citare il presidente del Consiglio comunale Carpentieri), allora chi può rispondere a quei quesiti che, nonostante le perenni iniezioni di anestetico sociale, continuano a sconvolgere l'animo di ogni uomo e di ogni donna?
Ovviamente sono tante e diverse le occasioni nelle quali il vescovo può affrontare questi temi, eppure la visibilità e l'opportunità di poter intervenire in un contesto laico come quello del Consiglio, lascia un segno inevitabilmente più forte. Eppure l'impressione, dopo l'intervento di monsignor Castellucci di sabato mattina, è quella di una sorta di pudore ad affrontare temi religiosi, per calarsi in una laicizzazione politicamente corretta. Un pudore, che come già successo, consiglia addirittura di evitare la Benedizione con il Segno della Croce per non dare scandalo.
Comprensibile, umano, ma come dicevamo, ma forse gli uomini - i giovani soprattutto - non hanno bisogno di messaggi politicamente corretti, non hanno bisogno di buonsenso, dell'ennesima voce ben inserita nel coro del socialmente accettato, applaudita e apprezzata dal sistema di potere, ma si aspettano una Fede che sconvolge, che destabilizza, che fa cadere da cavallo rendendo ciechi per il bagliore e che offre una dimensione di Speranza in grado di dare un Senso al Nulla.
Di cambiamento climatico, di edilizia intelligente, di buone pratiche ecologiche, parlano tutti. Non mancano spot e slogan martellanti. Non mancano film, convegni politici e ridondanti appelli. Ma davanti alla Morte, davanti al dolore, alla malattia, alla realizzazione piena dell'anima, il Potere non può dire nulla, al massimo può offrire denaro, distrazioni, caroselli e lustrini e paiettes. Invece la Fede ha questa immensa possibilità, può offrire una Visione, può regalare la rivoluzione che salva e che i miliardi non possono comprare, può avere il coraggio e la forza di guardare all'Eterno senza timore di essere derisa. Può essere faro anche per chi non crede più, carezza a chi grida contro il Cielo, a chi si vergogna per le proprie miserie di alzare gli occhi oltre il Confine o a chi ha talmente cacciato in fondo la domanda di Infinito da sentirne solo sporadicamente il reflusso amaro.
Ecco allora che di fronte a questa sconvolgente missione, di fronte al Miracolo-bambino dell'Aldilà, poco importa che il vescovo si faccia chiamare Don o Eccellenza, poco importa che decida di indossare le vesti sfarzose della liturgia o un maglioncino di lana umile umile, poco importa sia simpatico, applaudito o gradito al Potere. Se, indipendentemente sia Natale o il 23 maggio, può annunciare che c'è Vita anche dentro ai Sepolcri, se può affermare davvero che ogni lacrima verrà asciugata e che il sollievo dell'ombra dei cipressi non è solo una pia illusione, allora tutto il resto passa in secondo piano. Cambiamento climatico compreso.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
Articoli Correlati
Le Vignette di Paride
13 Gennaio 2025 - 12:37
La Nera
13 Gennaio 2025 - 12:04
Societa'
13 Gennaio 2025 - 11:12
Societa'
13 Gennaio 2025 - 09:13
Sport
13 Gennaio 2025 - 08:04
Sport
13 Gennaio 2025 - 01:15