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'Io sono un fondatore del Partito Democratico e non me ne vado da casa mia. Non sono preoccupato della cittadinanza dei cattolici nel partito, ma bensì del fatto che non si percepisca questa come l'ultima chiamata per il Pd stesso'. Paolo Negro, ex segretario provinciale Pd e oggi capogruppo ‘Liste Civiche Pd’ nell’Unione dei Comuni della Bassa Modenese, interviene così, dopo le primarie che hanno visto la vittoria di Elly Schlein su Stefano Bonaccini e dopo la Direzione provinciale Pd tenutasi ieri sera e guidata dal segretario Roberto Solomita.
Tanti i temi affrontati nella intervista di questa mattina nella redazione de La Pressa, a partire da alcuni nodi locali, come quelli del futuro dell'ospedale di Mirandola e delle prospettive per Aimag.
Negro, come si ricorderà, si era fatto promotore di una protesta contro la chiusura del punto nascite di Mirandola, manifestazione che molti avevano interpretato come una aperta contrapposizione proprio al presidente Bonaccini, del quale aveva comunque sostenuto la mozione alle Primarie Dem.
'Avevamo il diritto e dovere di protestare e capisco Bonaccini possa aver dissentito sulle modalità scelte, ma quella manifestazione rappresentava e rappresenta la richiesta di una larga fetta di cittadini della Bassa' - afferma Paolo Negro citando il libro di Giulio Santagata L'ira del riformista'.
E anche su Aimag la posizione è netta. 'Ci sono due posizioni in campo, da un lato il modello Hera che si sviluppa su un piano regionale di grandi dimensioni e sulla quotazione in borsa, dall'altro Aimag ha invece scelto un altro modello di sviluppo che si basa sul radicamento locale. Il Pd della Bassa sostiene convintamente il secondo scenario che contrasta l'idea di una 'cattura' di Aimag da parte di Hera. Faccio presente che in passato questa tesi era sostenuta anche dall'amministrazione di Carpi'.
Negro si sofferma poi sulle candidature alle amministrative, in particolare a Modena città dove oggi si intravede una sfida tra l'area rappresentata da Bonaccini, nella figura di Andrea Bortolamasi, e quella che ha sostenuto la Schlein alle primarie, nella persona di Andrea Bosi. 'Occorre partire dal giudizio sul sindaco Giancarlo Muzzarelli che io reputo positivo, come ho affermato anche ieri sera alla Direzione provinciale Pd - afferma Negro -. Da questo punto di vista occorre allora valutare chi può garantire continuità rispetto alla marcia in più innestata in questi 10 anni'.
E infine una stoccata a Bonaccini stesso sulla sua scelta di diventare presidente Pd accettando la sintesi con la Schlein. 'Se fossi stato in Stefano Bonaccini avrei cercato l'unità ma non avrei accettato di fare il presidente del Pd - afferma Negro -. Mi sarei tenuto la possibilità di essere più libero, poi lui ha molte più capacità di me per esserlo, ma credo che il ruolo di presidente un po' vincoli. L'unità è un valore, però deve essere una libertà pensante e non frutto di piattezza di pensiero'.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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