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Ad un anno ormai dalla doccia fredda che aveva colpito i soci della cooperativa Unicapi e residenti, in regime di proprietà indivisa, nel lungo palazzo a scala da più di 80 appartamenti in via Tignale del Garda a Modena nel momento in cui, senza confronto, avevano appreso dell'impattante terzo stralcio finale di progetto riqualificazione dello stabile nessun passo è stato fatto. Il progetto di riqualificazione energetica e antisismica ancora non è stato reso noto. Come se non fossero passati mesi anche dall'ultima assemblea pubblica per l'illustrazione del progetto in cui il progetto venne presentato ma non consegnato. Nemmeno al legale assunto in rappresentanza dai condomini per chiedere il progetto ed un confronto aperto con i residenti.
I due principali nodi rimangono gli stessi: il primo è il no all'ipotesi di demolire i garage a raso, e al loro interramento sotto il palazzo (cantiere enorme e fortemente impattante anche nei tempi per una popolazione in quel complesso particolarmente anziana), poi la realizzazione nell'area attualmente a verde alla quale si aggiungerebbe quella liberata dalla rimozione dei garage a raso, di edifici per lo svolgimento di attività sociali e di accoglienza per soggettii disagiati e con problematiche (che i residenti contestano perché si andrebbe ad aggiungere in una zona con diverse problematiche di carattere sociale). Ma il punto, rivendicato oggi dai residenti, appoggiati dai consiglieri comunali di opposizione in Comune a Modena Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), Alberto Bosi (Lega) e Beatrice de Maio (Modena sociale), è la totale assenza di dialogo e di contatto con la cooperativa e con il Comune. Oltre all'impossibilità di conoscere il progetto e confrontarsi nel merito dello stesso
Redazione Pressa
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