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Riesumata la salma di Hafed, vittima della rivolta in carcere: colletta da 5.000 euro per riportarla a casa
La Pressa
Momenti toccanti questa mattina al cimitero di Ganaceto alla presenza dei rappresentanti delle associazioni che hanno raccolto i fondi e del legale della famiglia: 'Abbiamo ridato dignità negata. Ma la strada per la verità e giustizia è ancora lunga'
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Al cimitero di Ganaceto di Modena è stata riesumata la salma di Chouchane Hafedh, uomo tunisino morto insieme ad altri otto nella rivolta scoppiata nel carcere di Sant'Anna l'8 marzo 2020. Grazie alla raccolta fondi, con obiettivo 5000 euro, attivata dal Comitato Verità e Giustizia di Modena, Associazione Bianca Guidetti Serra e l'associazione verità e giustizia per le morti in carcere, il corpo di Hafedh potrà tornare nella terra d'origine, vicino alla sua famiglia. I rappresentanti delle associazioni erano presenti questa mattina nella toccante cerimonia di spostamento della salma di cui si è occupata un'agenzia funebre fiduciaria del consolato tunisino di Genova.
Sul caso di Hafedh, contro l'archiviazione dell'inchiesta di Modena, è stato fatto un ricorso dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo. L'indagine si era conclusa senza individuare responsabilità, evidenziando che i detenuti erano morti per overdose di metadone e altri farmaci, ma la famiglia chiede di sapere perché non sono stati soccorsi.
Un quesito rilanciato anche dal legale della famiglia Luca Sebastiani anche lui questa mattina al cimitero di Ganaceto
Nel frattempo a Modena sono state aperte altre inchieste, dopo esposti di detenuti, anche per il reato di tortura, con agenti penitenziari indagati.
Mercoledì 6 luglio, dalle 16.30, il caso modenese e il ricorso alla Cedu sarà al centro di un convegno organizzato da Antigone, 'Morti non archiviabili'. L'incontro sarà in sala Giacomo Ulivi, viale Ciro Menotti 137, a Modena. Tra i relatori anche Barbara Randazzo, che ha firmato il ricorso alla Cedu con l'avvocato Sebastiani e Simona Filippi di Antigone.
Redazione Pressa
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