notiziarioLa Nera
'Sentenza omicidio Ansaloni, andremo in appello, non volevano uccidere'
La Pressa
Parla Enrico Fontana, legale di Hamza Driouch, ritenuto l'autore materiale dell'omicidio. 'Sentenza che soddisfa ma migliorabile'
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Avevano pensato di andare a fare un banale furto all'interno di un'abitazione che poi è degenerato in modo spaventoso'. Non volevano uccidere? 'Sicuramente quando sono entrati in quella casa non avevano la più lontana idea che la vicenda potesse finire in quel modo. Purtroppo quando si ha a che fare con soggetti che, può sembrare paradossale, uno spessore criminale così come una capacità delinquenziale, modeste a volte la questione può sfuggire dal controllo ed avere questi esiti drammatici ed è questo che noi riteniamo sia caduto in questo caso'.
All'uscita dal tribunale di Modena, pochi minuti dopo il pronunciamento della
sentenza che ha visto la condanna a 16 anni e sei mesi ed a 11 anni ed 8 mesi dei due ventenni ritenuti responsabili a diverso titolo (uno esecutore materiale ed il secondo 'palo'), dell'omicidio, nel settembre del 2017, di Mirella Ansaloni, parla l'avvocato Enrico Fontana, legale del giovane ritenuto l'esecutore materiale.
Rimasto volutamente in silenzio nei giorni scorsi quando le richieste di condanna avanzate dal PM (superate poi dalla sentenza di oggi), che avevano chiesto 12 anni per l'esecutore materiale ed 8 anni per il complice, avevano generato la reazione indignata dei parenti della vittima.
'Credo che le valutazioni del Pubblico Ministero, che ha vissuto questo procedimento penale fin dall'inizio, interrogando in carcere l'indagato - afferma Fontana - fossero valutazioni che avevano consentito una piena comprensione di questa vicenda, sotto il profilo giuridico. Per questo credo che la richiesta del pubblico ministero, che era apparsa sotto molti aspetti come 'buonista' e 'pietista' fosse invece una richiesta pienamente giustificata sotto il profilo tecnico e giuridico da parte di un magistrato che aveva vissuto fin dall'inizio una vicenda giudiziaria molto complicata'
Il giudice, nel formulare la sentenza, ha riconosciuto la concedibilità delle attenuanti generiche ma anche le aggravanti connesse all'omicidio.
Da qui è generata la sentenza che pur aggravando le pene, soddisfa anche se solo in parte l'avvocato Fontana che in accordo con il suo assistito, ed una volta lette le carte della sentenza, proporrà quasi certamente un ricorso in appello per (dal suo punto di vista) 'migliorare la sentenza stessa'. E conclude: '
Una condanna di 12 anni per un fatto terribile per un ragazzo giovanissimo che ha assunto piena consapevolezza della drammaticità e della gravità del proprio comportamento, sia una pena un'adeguata e pienamente conforme alle norme del nostro codice per questo genere di vicende'
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>