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'Non fa paura la delinquenza delle baby gang ma quella delle adult gang di un certo giornalismo'. Parole di Padre Giuliano Stenico, presidente Ceis, per numeri ed attività tra le più grandi organizzazioni attive nell'accoglienza di minori stranieri, titolare di appalti da centinaia di migliaia di euro per l'accoglienza nelle proprie comunità. E' da una di queste comunità Ceis che sabato 18 novembre erano usciti tre ragazzi minori tunisini coinvolti nell'accoltamento e nella tentata rapina, avvenuta in via Fabriani, nei pressi dell'autostazione. Evento dal bilancio grave: con un ragazzo ridotto in fin di vita all'ospedale per i colpi di coltello ricevuti e due altri minori come gli altri presenti a Modena, presi in carico dal Comune di Modena e affidati alla comunità Ceis, subito portati al carcere minorile di Bologna.
'Purtroppo, di fronte a questi fatti, quando questi ragazzi vengono bloccati dopo avere commesso reati- non ci sono strumenti per intervenire sul piano di misure restrittive. Le forze dell'ordine non fanno nulla perché non hanno gli strumenti, ma anche perché rompe fare queste cose. E li portano in comunità dove noi non possiamo fare niente a nostra volta e gli operatori si sentono dei cretini a loro volta'.
Padre Stenico traccia così un quadro desolante della situazione, a livello istituzionale e giuridico. Una sorta anno zero, come se nulla in tutti questi anni, fosse stato fatto di efficace, o meglio capace di creare almeno una bozza di strategia e di attività in grado di dare una risposta di legge e di sistema ai minori chi delinquono. Che abbiano famiglia o che vivano in comunità.
'Sanno benissimo che qui a quindici anni possono fare tutto senza avere alcuna conseguenza e questo se non viene contrastato fornisce un pessimo messaggio'. Nonostante la gravità di questi atti, il problema però per padre Stenico sarebbe più che altro di carattere informativo comunicativo. 'Queste notizie vengono esagerate e si alimenta il problema e la preoccupazione. Che per me non è per la baby gang ma per l'adult gang fatta da un certo giornalismo. Sono più preoccupato da questa delinquenza che da quella delle baby gand'. Stenico insiste su quello, per lui il problema sta lì. Nell'informazione o, meglio, nella rappresentazione dei fatti riportata dai giornali. Da condannare anche nel momento in cui mette in relazione immigrazione e sicurezza. 'Non si può sentire, usarlo alimenta il circolo vizioso che alimenta i problemi' - afferma il presidente Ceis.
Mano a mano che il discorso avanza, lui procede nella demolizione di un sistema. Che si conferma tale quando propone la creazione di un patto tra operatori dell'accoglienza, Prefettura, comune forze dell'ordine per potere agire nei confronti dei minori che delinquono. Come se questo non fosse mai esistito, come se, dopo decenni di accoglienza, ci trovassimo davvero all'anno zero. 'Propongo un piano condiviso - conclude Stenico - perché se questo non si fa continueremo a non uscirne e gli episodi gravi continueranno a ripetersi'.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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