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'Secondo Letta un voto a noi è un voto alla Meloni, secondo la Meloni è un voto alla sinistra. E’ abbastanza bizzarro che nel giorno in cui Angelo Bonelli dice a Stefano Bonaccini che bisogna fermare anche il rigassificatore di Ravenna dopo aver fermato Piombino'.
Siamo a Palazzo Europa, a Modena. Prima di illustrare le proposte immediate e di medio periodo per affrontare e superare la crisi energetica, Matteo Richetti non risparmia stoccate alla sinistra e al PD, rispondendo alla nostra domanda se Azione è da considerare più una spina nel fianco per il centro destra che per il centro sinistra.
'Dico solo che ci vorrebbe coerenza. Come si fa a dire di stare dalla parte delle imprese e e poi candidare Bonelli che dice no al rigassificatore di Ravenna e ha detto no anche al parco eolico di Montecreto? Oggi le aziende in crisi che voterebbero la sinistra voterebbero Bonelli che dice no a quello che potrebbe salvarle.
Poi c'è Soumahoro, il candidato nelle liste PD in quota Sinistra Italiana, che va davanti al sacrario della Ghirlandina a onorare i caduti per la libertà e la liberazione e allo stesso tempo sta in un partito che ha detto no alla protezione Nato a paesi che vorrebbero difendersi dall'invasione della russa. Lo ripeto, è questione di coerenza, quella che altri non hanno e che noi abbiamo dimostrato di avere attraverso la scelta di candidati competenti. Da Calenda a Renzi fino ad arrivare ai candidati sui territori come quello di Modena'
Oltre a Matteo Richetti, Naike Gruppioni, Giampiero Veronesi e Carmela De Troia, candidati nel Collegio plurinominale ER P02 alla Camera
Poi Andrea Cangini e Claudio Prandi, candidati nel Collegio plurinominale ER P01 al Senato; Claudia Cicolani, candidata nel Collegio uninominale ER P04 alla Camera; Chiara Caselgrandi, candidata nel Collegio uninominale ER U02 al Senato.
Nel merito delle proposte, tre quelle immediate, necessarie per fronteggiare lo tzunami che si abbatterebbe sul tessuto industriale e, in cascata, sociale. 'Esco da una ceramica che non ha ripreso la produzione e sta usufruendo della cassa integrazione. E se non riceverà aiuti non riaprirà perché il costo del gas sarebbe maggiore del valore della produzione. Tre le nostre proposte immediate: dividere il costo dell'energia a seconda delle fonte di produzione, da rinnovabile o altro. 'Il prezzo - afferma Richetti - non può essere unico per energia prodotti con materie e costi diversi. Poi chiediamo che il governo metta 15 miliardi, come ha fatto con il Covid, per fronteggiare l'emergenza del caro energia. Bisogna stabilire che chi paga l'energia più di una soglia, e oggi la soglia è superata di tre volte, deve essere sicuro di avere la parte in eccesso compensata dallo Stato. Attraversi, appunto, quei 15 miliardi. Poi i rigassificatori. Necessari per compensare quella parte di gas che manca ancora all'appello. Da un lato gli accordi di Draghi per i nuovi approvvigionamenti ne garantiscono 33 miliardi di metri cubi. A questi vanno uniti i 12 già stoccati nelle riserve. Ne mancano un paio da recuperare attraverso i rigassificatori. Per garantire la produzione e per evitare razionamenti.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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