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Si è tenuto questa mattina anche a Modena lo sciopero del Trasporto Pubblico Locale indetto da Usb 'per fermare privatizzazioni, appalti e subaffidamenti, restituire il giusto valore alle lavoratrici e lavoratori autoferrotranvieri'. I lavoratori hanno quindi aderito alle quattro ore di sciopero nazionale per rivendicare la centralità dei trasporti pubblici e del ruolo degli autoferrotranvieri, 'principali vittime della mattanza delle privatizzazioni selvagge, dei continui ricorsi ad appalti e subaffidamenti che alimentano sfruttamento e precarizzazione, del susseguirsi di rinnovi contrattuali “farsa” e di aumenti salariali irrisori in cambio della crescente svendita dei diritti'.
'Il servizio Seta non è più un servizio di qualità - afferma il coordinatore Usb lavoro privato regionale Giovanni Miele -. Non è un servizio studiato per pensare alla utenza e alle esigenze del territorio. Si registrano tante dimissioni volontarie con diverse corse che di conseguenza stanno saltando'.
'Nonostante il trasporto pubblico rappresenti una delle principali voci di spesa dei bilanci regionali, sorretto da ingenti risorse pubbliche sia a copertura del 70% dei costi dei servizi, sia per interventi mirati al rinnovamento del parco rotabile e delle infrastrutture, le ricette sinora messe in campo si stanno dimostrando tutt’altro che efficaci: mancano reali investimenti per l’implementazione dei servizi, l’adeguamento degli attuali tempi di percorrenza che le aziende si ostinano a non riesaminare, l’efficientamento dei mezzi e la sicurezza sui posti di lavoro, in barba al diritto alla mobilità dei cittadini che subiscono continui disservizi - afferma Usb -. I deficit organizzativi e gestionali delle aziende sono sotto gli occhi di tutti: tra continui ritardi, soppressioni, file alle biglietterie e disservizi per i disabili, si preferisce proseguire sulla strada dello svilimento delle risorse umane, ricorrendo ai tagli sulle retribuzioni, alla disdetta unilaterale degli accordi, al mancato riconoscimento di diritti.
Poi ci sono i lavoratori, sui quali si riversano tutte le conseguenze di un servizio che fa acqua da tutte le parte, costretti a districarsi tra pesanti carichi di lavoro, il mancato rispetto delle più basilari normative sulla sicurezza ed i tempi di riposo, la gravosa responsabilità della mansione e le penalizzazioni economiche dettate da contratti capestro e somministrazione di lavoro interinale, rese ancor più pesanti dall’attuale crisi economica. E l’attuale emorragia di conducenti ed autoferrotranvieri in genere su tutto il territorio nazionale è palese testimonianza dell'ormai evidente indisponibilità a sottostare a determinate condizioni.
'È necessario un reale cambio di passo per salvare i trasporti da questa deriva: il trasporto pubblico deve essere oggetto di una vera e propria rivoluzione sistemica, con interventi mirati per garantire servizi sicuri, efficienti e dignitosi e rimettere al centro il valore pubblico dei servizi e dei lavoratori' - chiude Usb.
Redazione Pressa
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