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'Il fatto che da due anni ci si trova qui per ripetere e denunciare le stesse cose è indice che qualcosa non va. E non va sia a livello nazionale che locale, aziendale. E per forza di cose ci ritroviamo a scioperare. Per denunciare ancora evidenti discriminazioni a danno dei lavoratori. Le discriminazioni non riguardano solo il personale di nuova assunzione post 2012, ma tutte le lavoratrici e lavoratori di Seta. Una gestione aziendale che mira solo alle regole dei bilanci, rendendo impossibile la vita lavorativa con turni di lavoro disagiati ed usuranti'. Incontriamo Sebastiano Taumaturgo e Giovanni Miele, rispettivamente referente regionale e modenese di USB, al presidio organizzato all'ingresso della sede Seta di via S.Anna, a Modena. L'unico presidio organizzato in città in occasione dello sciopero di oggi, indetto anche dai sindacati confederali. 'Purtroppo siamo qui da soli.
I confederali Cgil, Cisl, Uil, Faisa e Ugl hanno proclamato lo sciopero ma non hanno organizzato nessuna iniziativa. Nemmeno un volantino. Forse perché per il piano nazionale, a differenza nostra, non hanno una proposta organica. USB già da tempo ha inviato una propria piattaforma di rinnovo, allo scopo di rimediare ai danni fatti con i rinnovi dei contratti di categoria degli ultimi 20 anni, che hanno tolto diritti, salario e salute.
'Sui nuovi assunti poi siamo alla beffa. Dopo dieci anni non sono più nuovi, sono obbligati a regole penalizzante. Con lavoratori e le lavoratrici che negli anni hanno visto eroso il proprio salario da sviste, errori, distorsione delle normative, codici o addirittura leggi, errate interpretazioni'.
Poi c'è l'ormai altrettanto vecchio ma pur sempre centrale, tema relativo all'armonizzazione contrattuale. Il passaggio prospettato da anni dai 3 diversi contratti applicati nei tre bacini Seta ad un solo contratto non solo non c'è stato ma sta avvenendo il contrario. Con i tre contratti differenziati per bacino per i nuovi assunti il rischio è che i contratti diventino sei'.
Nel video i due referenti sindacali spiegano le ragioni della protesta nazionale e locale di oggi e i temi 'caldi' per i lavoratori
Redazione Pressa
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