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La crisi industriale che sta colpendo l'Italia l'Emilia-Romagna e Modena non è un fenomeno recente, ma pur perdurando da anni non ha trovato una risposta adeguata e di sistema. 'Le associazioni dell'imprenditoria e dell'industria sono state e sono silenti, e il sistema Modena, negli ultimi anni, non ha saputo fare squadra' - afferma Daniele Dieci, segretario provinciale Cgil aprendo la conferenza stampa con cui questa mattina, presso la sede della Cgil, i tre sindacati (oltre a Cgil, la Cisl e la Uil), hanno lanciato la proposta di un contratto sociale con il mondo dell'impresa, a tutti i livelli, e le istituzioni pubbliche. Obiettivo, affrontare unitamente e superare una crisi ormai strutturale e che ora, nella cornice dei dazi introdotti dagli Stati Uniti, rischia di trasformarsi in tempesta perfetta, soprattutto per un territorio fortemente vocato all'export come quello modenese ed emiliano-romagnolo.
'Le conseguenze potrebbero tradursi in un vero e proprio tsunami per l’economia locale, con pesanti ripercussioni sul comparto manifatturiero e sull’occupazione' - sottolinea Anna Maria Papaleo, segretaria generale Cisl.
Di fronte a questo scenario, i sindacati lanciano un appello alle istituzioni, alle imprese e alla società civile, 'proponendo un contratto sociale per difendere i posti di lavoro e guidare una 'transizione economica sostenibile e partecipata. La parola d’ordine è evitare la desertificazione industriale e costruire un modello produttivo nuovo, bilanciato tra innovazione, tutela dei lavoratori e sostenibilità ambientale' - sottolinea Roberto Rinaldi, segretario generale Uil Emilia Centrale.
Le richieste dei sindacati
Tra le principali figurano:
Attivazione immediata di un tavolo di analisi e gestione delle crisi, previsto dal protocollo firmato con il Comune di Modena, per coordinare dati e strategie tra sindacati, associazioni di categoria e istituzioni.Stop ai licenziamenti: le imprese devono assumersi la responsabilità sociale di tutelare i lavoratori e confrontarsi con le organizzazioni sindacali per garantire una gestione equa delle difficoltà economiche.
Utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi e richiesta di strumenti straordinari, come un programma europeo Sure, per proteggere i settori più vulnerabili e i lavoratori precari.
Investimenti nella formazione e nella riqualificazione per evitare l’esclusione di intere categorie professionali dai processi di sviluppo.
Maggior tutela della sicurezza sul lavoro, con investimenti e l’introduzione di rappresentanti per la sicurezza in tutti gli stabilimenti.
Politiche industriali efficaci per una transizione giusta, che includano innovazione, redistribuzione degli utili e il rafforzamento dei servizi pubblici per garantire la coesione sociale.
I sindacati chiamano ora istituzioni, imprese e lavoratori a convergere su un’azione condivisa, sottolineando che solo con un impegno collettivo sarà possibile salvaguardare il futuro economico e produttivo di Modena.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>