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'Un viaggio in mezzo alla gente comune, così come nei centri di potere, nella metro, nei bazar, nei luoghi della vita quotidiana, dove constatare la distanza siderale tra il racconto del mainstream e la realtà dei fatti, una distanza che è semplicemente funzionale al tentativo di bloccare la crescita di un mondo multipolare di cui l'Iran é attore essenziale e che può cambiare anche la nostra vita e la nostra esistenza'.
E' quello vissuto recentemente e raccontato in questi termini sabato 4 febbraio presso la Sala di Quartiere del Villaggio Giardini, Via Marie Curie 22 a Modena da Fabio De Maio, dell'associazione La Terra dei Padri, insieme ai compagni di viaggio Hanieh Tarkian, docente italo iraniana, Lorenzo Maria Pacini.
'L'Iran sta subendo un ennesimo tentativo di destabilizzazione, attraverso uno schema già sperimentato e collaudato nelle cosiddette rivoluzioni colorate, in Medio Oriente, nel Nord Africa, in Est Europa.
Noi abbiamo però cercato di andare oltre le analisi e gli approfondimenti delle conferenze e dei libri pubblicati, recandoci direttamente in Iran, in un viaggio tra le vestigia della grande civiltà persiana, luoghi che ne rappresentano la vera spiritualità e la ragione della sua attuale esistenza e momenti indimenticabili, in cui abbiamo visto e toccato con mano come un grande popolo ricorda un suo Martire, quel nome che in Occidente non si può neppure pronunciare né si può mostrare la sua immagine' - afferma De Maio.