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La messa a punto di opportuni modelli idraulici, idrologici e geotecnici, la definizione dei parametri
idraulici e geomeccanici del corpo arginale, insieme alle informazioni raccolte e alle osservazioni
effettuate in loco, hanno permesso di ricostruire un quadro plausibile degli eventi che hanno causato
la rotta dell’argine del fiume Secchia il 19 Gennaio 2014 e la conseguente inondazione di una estesa
parte di territorio in destra idrografica, e hanno permesso di valutare tutti gli aspetti ritenuti
essenziali per rispondere al quesito posto alla Commissione.
Il fenomeno di collasso arginale può essere spiegato secondo due diversi schemi di innesco.
Un primo tipo d’innesco, riconducibile a processi di erosione interna, è analogo a quello osservato
sull’argine destro del fiume Panaro nel pomeriggio dello stesso 19 gennaio 2014. Il fenomeno si
sviluppa inizialmente attraverso un processo di progressiva erosione interna, favorito dal sistema di
tane presenti nel corpo arginale, eventualmente indebolito dalla precipitazione diretta al suolo. Una
volta che è stato asportato un sufficiente quantitativo di materiale, la parte dell’argine sovrastante le
cavità crolla, provocando un notevole ribassamento della sommità arginale.
Un secondo tipo d’innesco può essere ricondotto alla progressiva instabilità geomeccanica del corpo
arginale, localmente indebolito dalla presenza di cavità e favorito dalle condizioni di parziale
saturazione indotte dalla piena e dalle precipitazioni dirette al suolo. La riduzione di resistenza a taglio
dei terreni, indotta dalla loro saturazione anche locale, può causare una significativa diminuzione del
grado di sicurezza della struttura arginale nei confronti della stabilità.
Queste le conclusioni alle quali sei mesi dopo la tragedia alluvionale che causò la morte di un uomo, Oberdan Salvioli, mise a rischio la vita di migliaia di persone residenti nei comuni di Bomporto e Bastiglia e provocò milioni di danni a case e aziende della zona, giunse la relazione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell'argine del fiume Secchia avvenuto il giorno 19 gennaio 2014 presso la frazione di San Matteo commissionata e redatta da
dai professori Luigi D’Alpaos, Università degli Studi di Padova, Armando Brath, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Vincenzo Fioravante, Università degli Studi di Ferrara, Guido Gottardi, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Paolo Mignosa, Università degli Studi di Parma, Stefano Orlandini, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Una relazione di 92 pagine, datata 19 luglio 2014, che servì agli organi competenti, in primo luogo la commissione tecnica insediata in regione, e che definì nelle due ipotesi di 'innesco', prese singolarmente o in combinazione tra loro, 'comportando un ribassamento della sommità arginale con conseguente sormonto da parte della corrente fluviale. In seguito all’attivazione del sormonto, la breccia si è evoluta rapidamente nel tempo, nell’arco di poche ore, sia approfondendosi sia allargandosi per effetto dell’erosione prodotta della corrente fluviale in uscita, caratterizzata da elevate velocità.
Entrambi gli schemi dimostrano una soddisfacente consistenza tra i risultati ottenuti e le
osservazioni disponibili. Alla luce di quanto emerso dal presente studio, si ritiene che la presenza di un articolato sistema di tane sia stata determinante ai fini del collasso arginale'
Redazione Pressa
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