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La mafia grigia, così come se n’è parlato a maggio 2016, a Castelfranco Emilia in una sala affollata, nell’ambito del seminario organizzato da Aif-Ambiente Informa, è quel luogo dove l’infiltrazione economica prima e il radicamento poi ha visto rafforzarsi il ruolo delle organizzazioni malavitose sul nostro territorio. Un fenomeno che il processo “Aemilia” sta cristallizzando, descrivendone le logiche affaristiche, e documentandone la pervasività sociale. Lo stesso ex procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani, ha ben spiegato la funzione strategica di «fiancheggiatori inconsapevoli oltre che professionisti che fungono da cerniera e che trasformano l’illegale in legale». Fausto Gianelli, dei Giuristi Democratici, ha descritto come «esista un terreno fertile di comportamenti e atti illegali che hanno reso possibile l’infiltrazione e che oggi rappresentano invece la nuova evoluzione di una mafiosità economica raffinata e capace di metter e i n c a m p o u n know-how finanziario, legale e amministrativo.
Le mafie non sono più identificabili con i padrini cinematografici ma vestono i panni di imprenditori e professionisti del malaffare e di una economia malata». Anche Zincani ha richiamato alla «necessità di un cambiamento culturale radicale da parte di chi fa impresa affinché si possa continuare ad intraprendere evitando di incappare, per leggerezze o mancate consapevolezze, in danni ben più gravi che questo malaffare rappresenta attraverso l’infiltrazione economica. Tali leggerezze, in un presidio produttivo tanto importante come CPL Concordia, hanno creato un danno economico stimabile in 180 milioni di euro che ha messo a rischio un patrimonio di cultura imprenditoriale pluricentenario ».
«Non bisogna fermarsi ai Testi Unici» - ha poi ribadito la presidente nazionale Cna-Fita Cinzia Franchini -, rilevando come sia «fondamentale mettere in atto azioni di prevenzione attiva in settori sensibili come quello dell’autotrasporto in generale e del movimento terra in particolare.
L’azione di contrasto e di prevenzione deve essere costante, 365 giorni l’a nno, e oggi anche la strumentazione tecnologica deve entrare prepotentemente nell’uso comune di queste politiche. Un caso per tutti quello delle concessioni estrattive dove si potrebbe introdurre un livello di controllo selettivo capace di disincentivare quanto, per esempio, accaduto e anche ben rappresentato dal pentito di ‘ndrangheta del processo Aemilia, Giulio Giglio: estrazioni oltre il limite consentito, dissesto idro-geologico, smaltimento illecito dei rifiuti». «Quando si parla di pubbliche concessioni - ha proseguito Cinzia Franchini - dalle autostrade alle cave, l’interesse collettivo deve essere messo al di sopra di ogni mercificazione». Tutti gli interventi hanno quindi colto l’invito del mondo dell’associazionismo, Libera e Agende Rosse, alla corresponsabilità, condivisione e continuità così pure alla necessaria discontinuità rispetto agli stereotipi con cui si insiste nel descrivere le mafie come un fenomeno culturalmente e geograficamente affine o circoscritto al sud Italia.
La politica, presente con gli onorevoli Giulia Sarti e Luigi Gaetti, membri della Commissione Antimafia, ha evidenziato l’esigenza di dotarsi di strumenti normativi più incisivi per contrastare il voto di scambio mafioso e la corruzione, incentrando il confronto politico sulla responsabilità dei comportamenti, al di là delle sentenze giudiziarie.
Infine, un altro aspetto fondamentale, trattato dal giornalista moderatore dell’evento, Paolo Li Donni, è quello relativo alla qualità dell’informazione che assume un ruolo centrale nella formazione della pubblica opinione. Un ruolo delicato dove la mafia grigia si insinua affinché la stampa diventi sempre più funzionale alla manipolazione delle informazioni per creare confusione.