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Fallimenti pilotati, cinque arresti da parte della Finanza

Fallimenti pilotati, cinque arresti da parte della Finanza

E' stato anche disposto il sequestro preventivo di una società di trasporti dal valore di cinque milioni e, fino all'ammontare di 8,2 milioni, di altri beni nella disponibilità degli indagati


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Un sequestro da 13,2 milioni di euro, 10 indagati e cinque ordinanze di custodia cautelare (una in carcere e quattro arresti domiciliari) eseguite nei confronti degli autori di una serie di reati tributari. Questo il bilancio dell'operazione 'Pagherò', portata a termine dalla Guardia di finanza di Bologna sotto la direzione dal pm bolognese Marco Forte, che oltre al sequestro e all'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare ha portato a una serie di perquisizioni nelle province di Bologna, Roma e Milano. 

E' stato anche disposto il sequestro preventivo di una società di trasporti dal valore di cinque milioni e, fino all'ammontare di 8,2 milioni, di altri beni nella disponibilità degli indagati.

Le indagini, durate oltre un anno, sono partite dal fallimento di 'una società di Castel San Pietro operante nel settore dei trasporti su strada', che dopo aver accumulato quasi sei milioni di debiti nei confronti dell'Erario, e' stata 'spogliata dei propri beni e trascinata verso il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Bologna nel gennaio del 2015'. Dagli accertamenti svolti è emerso che gli indagati 'hanno svuotato in prossimità del fallimento la vecchia società, a cui sono stati lasciati solo i debiti, e trasferito l'attivo aziendale verso una nuova impresa riconducibile
a loro, ma le cui quote societarie e le cariche amministrative erano intestate a prestanome nullatenenti'.

In questo modo, spiegano i finanzieri, 'sono stati occultati i profitti illeciti derivanti da ingenti evasioni ai debiti erariali, vanificando la pretesa creditoria dello Stato attraverso un meccanismo di bancarotte 'a catena''. Proprio attraverso questo sistema i componenti della famiglia a cui sono riconducibili le aziende coinvolte, 'non nuovi a queste pratiche fraudolente', sono riusciti a proseguire la propria attività attraverso nuove società, lasciando alle procedure fallimentari solo i debiti dello stato di insolvenza. Nel dettaglio, i 10 indagati sono 'quattro fratelli (tutti finiti agli arresti domiciliari), gli altri amministratori e liquidatori delle società coinvolte e un ragioniere, residente a Roma, nei cui confronti il gip Rita Zaccariello ha disposto la custodia cautelare in carcere'. Quest'ultimo, scrivono infatti le Fiamme gialle, è considerato il 'regista e ideatore del sistema fraudolento, oltre che soggetto nella cui orbita gravitano oltre 100 societa' che versano in una situazione di grave esposizione debitoria verso l'Erario per oltre 85 milioni e su cui verranno svolti ulteriori approfondimenti'.

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