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Nel 2019 non ci saranno aumenti dei pedaggi autostradali per il 90% delle tratte. Sicuramente una buona notizia, inusuale per questo Paese, dove quasi niente è puntuale come gli aumenti di Capodanno. Un congelamento delle tariffe di cui potranno beneficiare i conti economici delle imprese d’autotrasporto che sono la cinghia di distribuzione dell’economia, seppur debole, dell’Italia. Un plauso al lavoro del ministro Toninelli, un risultato, anche se parziale, per nulla scontato che speriamo possa essere confermato pure nel medio periodo.
Infatti i concessionari autostradali hanno goduto nell'ultimo decennio, come ha più volte evidenziato la stessa Autorità dei Trasporti, di incrementi tariffari annuali che vanno oltre le medie economiche di altri settori e della stessa inflazione. Per esempio negli ultimi 13 anni, su A24 e A25, i pedaggi sono cresciuti di oltre il 190%.
Un trattamento d'eccezione che sarebbe opportuno riservare a quelle aziende che ogni giorno affrontano il rischio d'impresa e non sono garantite da rassicuranti Concessioni di Stato.
Se ‘la rivoluzione è iniziata’, per usare le parole del Ministro Toninelli, per renderla davvero tale occorre eliminare un altro insensato ‘regalo di Stato’ ai concessionari che ammonta solo per il 2018 a 170 milioni di euro (con una media annua per gli ultimi 10 anni di oltre 200 milioni) ovvero gli sconti per i pedaggi autostradali riservati ai camionisti.
Il Governo infatti dovrebbe da subito introdurre un nuovo sistema incentrato non più sugli attuali rimborsi annuali con specifici stanziamenti bensì su sconti garantiti agli autotrasportatori direttamente dai Concessionari senza l’intervento dello Stato, così come già avviene in altri Paesi europei dove l'autotrasporto viene considerato dai concessionari un grande cliente e quindi agevolato in base al suo livello di spesa, monitorabile appunto attraverso i dispositivi di pagamento a bordo dei mezzi.
Occorre ricostituire quanto accadeva prima della privatizzazione della rete autostradale, ora in concessione, quando agli autotrasportatori veniva garantito uno sconto che oggi i concessionari potrebbero facilmente concedere nell’emissione, a fine mese, della fattura.
Oltretutto cosi facendo lo sconto non sarebbe un aiuto di Stato e quindi potrebbe essere riservato alle sole imprese italiane e tra queste a quelle in conto terzi. Oggi oltre il 40% dei rimborsi pedaggi erogati dallo Stato italiano (fonte Corte dei Conti) sono assorbiti dai vettori stranieri che vengono così a sottrarre, oltre ai viaggi, anche gli incentivi. C'è da considerare poi che se domani i mezzi stranieri non trovassero più simili incentivi potrebbero riconsiderare l'opportunità commerciale nel nostro Paese.
Inoltre verrebbe immediatamente superata l’intermediazione costosa ed inutile dei consorzi di servizio. Oggi sono infatti le società di servizio riferibili, quasi sempre, alle associazioni di categoria, che con un macchinoso sistema burocratico si occupano del ‘sistema riduzioni compensate sui pedaggi’. Le più importanti sono la Fai Service presieduta per anni da Fabrizio Palenzona (che attualmente è presidente dell'associazione di rappresentanza degli autotrasportatori della Confcommercio, la Fai-Conftrasporto, e pure presidente delll’associazione dei gestori autostradali, Aiscat) e Fitalog, riconducibile alla Cna, il cui presidente è Enrico Bini. Per Fitalog parliamo di ricavi netti per oltre 114 milioni, proveniente per la maggior parte da Autostrade per l'Italia (102 milioni).
Per fare da intermediari tra lo Stato e gli autotrasportatori i Consorzi di Servizi chiedono agli associati una percentuale che varia dall’1,5% al 4%, mentre il costo per le garanzie finanziarie da fornire al Consorzio incide da un minimo dello 0,45% ad un massimo dell’1%. Tutto incluso in media l’autotrasportatore deve pagare ogni mese sul suo fatturato il 3,50%.
Un meccanismo quello del rimborso-pedaggi che - come detto - si potrebbe banalmente superare con il Telepass, permettendo ai concessionari di riconoscere lo sconto in fattura direttamente a fine mese agli autotrasporti con un rispermio immediato per lo Stato di quasi 200 milioni di euro all'anno.
Cinzia Franchini