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'Stop a farmaci israeliani nella farmacia comunale di Castelnuovo: gravissimo, presento esposto'

'Stop a farmaci israeliani nella farmacia comunale di Castelnuovo: gravissimo, presento esposto'

'Non si può privare i pazienti della possibilità di reperire medicinali regolarmente approvati dalle autorità sanitarie nazionali'


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'In merito alla notizia, a dir poco gravissima, apparsa sul quotidiano online La Pressa e relativa alla presunta sospensione della vendita dei farmaci prodotti da un’azienda farmaceutica israeliana presso la farmacia comunale Urbani di Castelnuovo Rangone, ritengo doveroso, nel mio ruolo di consigliere comunale di Castelvetro di Modena, Comune appartenente all’Unione Terre di Castelli, intervenire con fermezza e chiarezza. Non posso infatti tacere o restare indifferente di fronte ad un’azione che, se confermata nei suoi termini, si presenterebbe come gravemente discriminatoria, priva di fondamento giuridico e del tutto estranea alla corretta gestione della cosa pubblica'. A parlare è il consigliere comunale Bruno Rinaldi e segretario di Popolo e Libertà.
'Un provvedimento di tal fatta, assunto per ragioni meramente politiche o ideologiche, si porrebbe al di fuori di ogni logica istituzionale e soprattutto giuridica. A mia memoria, nella storia amministrativa del nostro territorio, non si registrerebbe un precedente di tale portata in termini di gravità e di lesione dei diritti fondamentali dei cittadini. Occorre ricordare con chiarezza che la disciplina in materia di distribuzione ed erogazione di farmaci in Italia è regolata dal D.lgs. 219/2006 (Codice del Farmaco), dal Servizio Sanitario Nazionale e dalle disposizioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), oltre che dalla normativa europea attraverso l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali).
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Le disposizioni vigenti stabiliscono che solo AIFA ed EMA hanno la competenza esclusiva di sospendere, revocare o limitare l’immissione in commercio di un farmaco, e che ciò possa avvenire unicamente per motivi di sicurezza, qualità o efficacia a seguito di valutazioni tecnico-scientifiche e nell’ambito delle procedure di farmacovigilanza. In particolare, l’articolo 141 del D.lgs. 219/2006 stabilisce che l’AIFA può sospendere o revocare l’autorizzazione all’immissione in commercio di un medicinale solo se emergano rischi per la salute pubblica o se vengano meno i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia; le linee guida europee di farmacovigilanza (Regolamento UE n. 726/2004 e successive modifiche) prevedono che la sospensione sia disposta esclusivamente per ragioni mediche o di sicurezza documentate; le determinazioni AIFA, consultabili sul portale istituzionale, ribadiscono che nessun soggetto politico o amministrativo locale può adottare decisioni arbitrarie che incidano sulla disponibilità dei medicinali, in quanto la competenza in materia è centralizzata e sottratta ad interessi particolari o valutazioni politiche contingenti - afferma Rinaldi -.
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Alla luce di ciò, la mozione approvata dal Consiglio comunale di Castelnuovo Rangone, qualora effettivamente volta a sospendere la vendita di farmaci Teva o di altri medicinali sulla base di mere considerazioni geopolitiche, potrebbe configurare una violazione delle disposizioni vigenti ed esporre gli organi comunali a responsabilità di natura penale, amministrativa e civile, oltre che costituire una forma di discriminazione commerciale e ideologica inaccettabile. Non va dimenticato inoltre che la salute è riconosciuta dall’articolo 32 della Costituzione come diritto fondamentale dell’individuo e che ogni cittadino deve poter accedere, senza limitazioni arbitrarie, a farmaci autorizzati e disponibili sul mercato. Privare i pazienti della possibilità di reperire medicinali regolarmente approvati dalle autorità sanitarie nazionali ed europee significherebbe ledere diritti essenziali e porre in secondo piano il bene primario della tutela della salute pubblica rispetto a logiche di natura politica. Per questi motivi nella giornata di domani mi recherò personalmente presso la locale Caserma dei Carabinieri al fine di predisporre un esposto alla Procura della Repubblica di Modena affinché sia essa, nella sua piena autonomia e indipendenza, a valutare se sussistano profili di rilevanza penale, discriminatoria o amministrativa connessi a tale decisione, nonché eventuali violazioni delle normative AIFA e delle disposizioni di legge che regolano la distribuzione dei farmaci in Italia.
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Quando la legittima protesta o l’espressione di un orientamento politico si trasformano in cieca discriminazione con conseguenze potenzialmente dannose per la salute dei cittadini, non è più possibile tacere: occorre agire con fermezza e nelle forme più severe e rigorose previste dal nostro ordinamento'.
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