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Vendita della canonica di via Piave: il Consiglio pastorale non ricompone le fratture

Vendita della canonica di via Piave: il Consiglio pastorale non ricompone le fratture

Fumata nera nell’ultima riunione del Consiglio pastorale della parrocchia Tempio–San Biagio


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Nell’ultima riunione del Consiglio pastorale della parrocchia Tempio–San Biagio, nata dall’unificazione delle due comunità, non si è raggiunta alcuna ricomposizione interna riguardo alla vendita della canonica di via Piave 6. Al contrario, la discussione ha confermato una profonda divisione tra i fedeli del Tempio, contrari all’alienazione, e quelli di San Biagio, favorevoli alla proposta. Una spaccatura che si somma al malcontento per la scarsa condivisione del progetto sin dall’inizio, visto che il Consiglio pastorale non veniva riunito da anni, ma solo ora per vendere il cuore parrocchiale del Tempio.
 

Da mesi tra i parrocchiani cresce l’inquietudine per l’ipotesi di cedere l’immobile a una fondazione promossa dalla diocesi insieme ad alcune associazioni che operano nel campo dell’autismo, affinché lo utilizzino per le loro attività. La canonica di via Piave, però, è da decenni un presidio sociale per il quartiere più fragile della città: ospita lo sportello di ascolto, attività comunitarie e la distribuzione di aiuti alimentari della Caritas parrocchiale, che segue circa quaranta famiglie. Una raccolta firme e una lettera inviata dalla stessa Caritas al vescovo Erio Castellucci avevano già messo in guardia dal rischio di indebolire la presenza cristiana e solidale nel quartiere.
 

Il tema è arrivato sul tavolo del Consiglio pastorale lo scorso 29 ottobre.
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Secondo quanto emerso, la riunione si è svolta in un clima particolarmente teso. Il parroco avrebbe addirittura ventilato l’ipotesi di non riconvocare più il Consiglio in caso di mancata approvazione della vendita. Al voto, i rappresentanti del Tempio hanno espresso un “no” netto, mentre quelli di San Biagio hanno sostenuto l’alienazione.
 

Il risultato non ha affatto pacificato la comunità parrocchiale: le divergenze si sarebbero addirittura accentuate. Resterebbero poi irrisolte le preoccupazioni dei volontari riguardo alla proposta di trasferire le attività caritative nei locali di via Belle Arti, in piena ZTL e con limitata accessibilità per anziani, disabili e famiglie. In particolare, il progetto non sarebbe stato condiviso con gli altri enti cittadini che si occupano di autismo; il prezzo di vendita, da corrispondere in trent’anni, sarebbe di poco inferiore alla soglia che richiede l’autorizzazione della Santa Sede, e in caso di fallimento del progetto, non vi sarebbe alcun obbligo di restituzione dell’immobile alla parrocchia, lasciando aperta la strada anche a future operazioni immobiliari.
 

La riunione del Consiglio pastorale, insomma, non ha portato alla sintesi auspicata. La decisione sulla canonica rimane un nodo irrisolto, che ora passa sul tavolo della diocesi che dovrà tentare di ricucir elo strappo.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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