Paolo VI promulga il documento Nostra Aetate: 28 ottobre 1965
Nel documento si parla anche di induismo e buddismo, che vengono descritte come vie 'per superare l'inquietudine del cuore umano'
28 ottobre 2025 alle 06:53
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Il 28 ottobre 1965 Paolo VI promulgò la dichiarazione conciliare 'Nostra Aetate' (Nel nostro tempo). Il documento cambiò il rapporto della Chiesa Cattolica con l'ebraismo e le altre religioni non cristiane. 'Nostra Aetate' è di fondamentale importanza e ha gettato le basi per il dialogo interreligioso. Nel documento la Chiesa Cattolica si pone il problema del suo rapporto con le altre religioni non cristiane. La dichiarazione afferma che tutto il genere umano è originato da Dio, il cui disegno di salvezza si estende a tutti; tutte le religioni hanno in comune la ricerca di risposte agli interrogativi dell'uomo. Nel documento si parla anche di induismo e buddismo, che vengono descritte come vie 'per superare l'inquietudine del cuore umano'. Più precisamente si apprezza nel buddismo la ricerca della suprema illuminazione della realtà terrena, e nell'induismo la ricerca dell'Assoluto attraverso la vita ascetica. La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni, pur ribadendo le molte differenze con quanto essa crede propone. Vengono fatti notare, nel documento, anche i punti di contatto tra cristiani e i musulmani.
Essi adorano l'unico Dio di Abramo; pur non riconoscendo Gesù come Dio, lo venerano come profeta e inoltre rendono culto a Dio con la preghiera e il digiuno. La Chiesa Cattolica, invita quindi, a superare le inimicizie del passato e a cercare una mutua comprensione. La religione ebraica è la sezione più importante del documento, sia perché il rapporto tra cristiani ed ebrei è molto stretto rispetto alle altre religioni, sia per il rigetto delle accuse tradizionalmente fatte da parte della Chiesa cristiana. La dichiarazione 'Nostra Aetate' esclude la responsabilità collettiva di Israele nella morte di Gesù: cioè non sono colpevoli della morte di Gesù tutti gli ebrei di allora e nessun ebreo di oggi. Nel documento si condanna poi ogni forma di antisemitismo. La dichiarazione termina dicendo che tutti gli uomini devono riconoscersi come fratelli, condannando qualsiasi discriminazione per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione.
Redazione Pressa
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