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Nulla di fatto. La riunione in Prefettura per la verifica dei punti dell'accordo raggiunto l'11 dicembre scorso, con particolare riferimento al reintegro in azienda, attraverso le rispettive cooperative, dei 13 lavoratori iscritti ai Si Cobas, nelle mansioni antecedenti al loro trasferimento o, in due casi, al licenziamento, ha registrato una fumata nera.
La conferma, intorno alle ore 21, arriva dalla diretta voce del Prefetto, che rilascia una dichiarazione riassuntiva al termine di tre ore e mezza di accesa discussione (relativa in realtà anche all'esito di un secondo tavolo convocato parallelamente a quello con i SI Cobas in cui i rappresentanti di proprietà e cooperative hanno relazionato sul procedere delle trattative con gli altri sindacati confederali), ha visto anche l'allontanamento dalla sala riunioni di uno dei tre rappresentanti Si Cobas. Per protesta, perché dopo due ore di riunione il punto relativo ai lavoratori sui Cobas non era ancora stato trattato.
Ovvero il punto che una settimana fa aveva portato i lavoratori iscritti ai Si Cobas davanti ai cancelli. E di cui si è iniziato a discutere nel merito soltanto intorno alle ore 19:00. Le lavoratrici (tre di loro erano presenti anche all'incontro), dopo essere state reintegrate proprio sulla base dell'accordo raggiunto in prefettura nel dicembre scorso, non erano tornate, come previsto, alla loro mansione 'originaria' (stenditura e farcitura pizze, lavoro come avevano svolto per 9 e 12 anni), bensì erano state impiegate in altre mansioni. Che dal 14 gennaio (giorno del reintegro), in poi fino ad ora ha significato spalare la neve, spurgare fogne, pulire bagni e addirittura tetti, e per di più - avevano dichiarato e denunciato in settimana - senza condizioni di sicurezza, anche sui tetti. E soprattutto, come si sarebbero quantomeno aspettate, senza turnazione con altri lavoratori, in quelle mansioni che sarebbero state 'riservate' appunto, solo agli iscritti Si Cobas.
Unica 'concessione', sancita nella riunione dalla cooperativa Evologica e confermata anche dal Prefetto, è che le lavoratrici ed i lavoratori non verranno impiegati per quelle funzioni, non più all'esterno dello stabilimento ma solo all'interno.
'Ma sul punto specifico, sul ritorno alle mansioni precedenti, la distanza tra cooperative e Si Cobas è rimasta insanabile e nessun accordo è stato trovato' - afferma il Prefetto. 'E' stata una discussione a tratti accesa che ha comportato anche l'allontamento di un esponente Si Cobas'. 'Sul punto del reintegro nelle mansioni precedenti in particolare Evologica - prosegue il prefetto - si è espressa affermando di che la libertà dell'imprenditore sia quella di adibire i lavoratori alle mansioni più opportune in un determinato momento, ma c'è stata appunto la rassicurazione che i lavoratori non saranno più impiegati in mansioni esterne, e non necessariamente a quelle alle quali erano adibiti precedentemente'. Di fatto, appunto, nessun accordo.
A confermare, rammaricato, il mancato accordo sulle mansioni anche l'avvocato Luca Mazzetti, legale di Cofamo: 'Anche se le posizioni sono rimaste distanti, auspichiamo che l'incontro di oggi sia l'inizio per una ripresa del dialogo che porti presto a risolvere una questione che nessuna delle parti coinvolte vuole'.
Fuori dal coro e decisamente diversa la lettura dell'incontro da parte della proprietà Italpizza rappresentata all'incontro dal dirigente delegato Andrea Bondioli che in una nota parla di due incontri. Il primo, riguardante la trattativa con i sindacati confederali ed il secondo riguardante la vertenza Si Cobas: 'In questo - fa sapere in una nota Italpizza - i vertici di Italpizza erano presenti come uditori in quanto non direttamente coinvolti. Si è preso atto che i punti del verbale siglato lo scorso Dicembre sono stati pienamente assolti'
Il ritorno alle mansioni precedenti della decina di lavori reintegrati e di altri circa 20 iscritti ai Si Cobas, obbligati a svolgere solamente pulizie in condizioni dichiarate 'discriminanti', sembra essere un punto sul quale nessuno vuole arretrare. Tantomeno le cooperative. Allora ci si chiede perché di uno scontro così rigido, considerando che si tratta di una trentina di lavoratori, a fronte di più di 600 impiegati nelle cooperative che gestiscono l'intera produzione.
'Non ce lo spieghiamo nemmeno noi, se non con il timore dell'azienda, che il pieno reintegro nelle linee di produzione della pizza significhi una vittoria dei Si Cobas e ciò porti al rischio che altri lavoratori si iscrivino ai Si Cobas' - ipotizza il rappresentante Si Cobas Marcello Pini. 'Le lavoratrici non chiedono altro che tornare a tirare e a farcire pizze, quello che hanno sempre fatto, e non solo a pulire bagni, fogne e altro, come sono state relegate a fare insieme ad altri lavoratori. Era una condizioni semplice da soddisfare. Il problema è che dopo la mancata disponibilità di oggi, tornare in azienda domani significherebbe accettare una logica discriminante per i lavori ed il sindacato, che hanno voluto imporre. Per questo, e non solo, la mobilitazione continuerà'
'Purtroppo - prosegue Pini - proprio ieri due dei tredici lavoratori in sciopero che sono delegati sindacali sono stati espulsi dalle cooperative e licenziati con la motivazione di avere affisso un volantino che ricordava l'assemblea sindacale organizzata, ancora prima dello sciopero, davanti allo stabilimento, e un altra nota in cui si ricordava che i lavori di pulizia in condizioni particolari, come sui tetti, dovevano essere svolte con gli appositi dispositivi di sicurezza. Vi rendete conto? Due delegati sindacali licenziati perché hanno esposto due informazioni ai lavoratori. Questo succede'
“Italpizza, pur non avendo un ruolo diretto nella vicenda sollevata dai SI Cobas– ha concluso nel merito l'Ad Andrea
Bondioli – risulta, parte gravemente lesa rispetto gli atti criminali compiuti nei confronti della nostra azienda e dei lavoratori che vi operano, ma intende comunque dare seguito al proprio senso di responsabilità e tutela verso lavoratori, clienti, fornitori e collaboratori, fino al raggiungimento di una rapida e civile soluzione della vicenda. Questo avviene nell’ambito dei forti investimenti degli ultimi anni, di quelli già approvati dal cda per il 2019 e dei possibili ulteriori sviluppi del polo logistico.
Ciò che più ci sta a cuore è, dunque, ripristinare le condizioni di legalità necessarie alla tutela nostra attività e della tenuta della comunità di cui siamo parte”.
Al termine della riunione e tracciando il resoconto ai giornalisti presenti il Prefetto ha voluto ringraziare le forze di polizia che per tutta la settimana hanno svolto 'con grande responsabilità' il loro lavoro al servizio dell'ordine e della sicurezza pubblica garantendo il regolare svolgimento della attività all'interno dell'azienda
Gi.Ga.