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Conosciuto in tutto il mondo, nonostante i successi avuti nei tanti paesi stranieri, Leone Magiera ha mantenuto la residenza a Modena. Hanno fatto la stessa cosa Luciano Pavarotti (anche se quella fiscale l’aveva trasferita a Montecarlo); e Mirella Freni. Magiera ha commentato il mio invito a dimenticare Modena con queste parole: “M'informo delle cose che succedono a Modena... che è sempre la mia città. Hai ragione su molte cose... ma almeno i muri, le vie... e qualche vecchio amico mi sono rimasti nel cuore. Per il resto je m'en foute, sto bene ovunque finché mi sostiene la salute!”.
Mi ha colpito che il maestro continui a mantenere uno stretto legame con questa città. Molti ricorderanno che il sindaco lo scorso anno prese un “bidone” che stupì tutta Italia, e non solo l’Italia.
Si fece sfuggire le celebrazioni del decennale della scomparsa di Luciano Pavarotti che Nicoletta Mantovani, seconda moglie di Pavarotti, trasferì a Verona. Muzzarelli, rimasto con il cerino in mano, e coperto di ridicolo, si rivolse al maestro Leone Magiera, dopo che per nove anni lo aveva escluso dalle celebrazioni del suo inseparabile compagno di trionfi solo per compiacere Nicoletta Mantovani. La Mantovani si è appropriata, con diritto ereditario dei beni materiali di Pavarotti, ma vorrebbe anche quelli della competenza artistica anche se non ne sa una “mazza”. E’ naturale che i due non si piacciano.
Beh, non sarebbe da credere, ma quest’anno Muzzarelli è ritornato da chi lo aveva ‘bidonato’, ignorando completamente il maestro Magiera senza nemmeno una telefonata. Dirà chi legge se questo è un comportamento istituzionale o da .
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Per chi non li avesse letti, ho riassunto brevemente fatti largamente noti e ho risposto al commento di Magiera: “Caro Leone, Modena nei tuoi confronti è una città ingrata. Hai svolto una straordinaria carriera nei più importanti teatri del pianeta. Sei passato dalla vice direzione artistica alla Scala di Milano alla direzione artistica del Maggio Musicale fiorentino. Sei l’unico musicista italiano che ha avuto la quasi irraggiungibile fiducia di Herbert von Karajan che per anni ti ha affidato la responsabilità dei cantanti al Festiva di Salisburgo. A tutto questo va aggiunta la carriera solistica in campo pianistico e quella della direzione d'orchestra che hai svolto e che continui a svolgere ai livelli più alti, anche se il tuo nome in cartellone a Modena non c’è mai”.
Ciò detto, sarà anche vero che nessuno è profeta in patria, ma questa è una città d’ignoranti, presuntosi, clientelare al ribasso, meschina e fatta prevalentemente di quaquaraquà. I modenesi, per fortuna non tutti, ma come nel Rigoletto sono una ‘vil razza dannata'. E' meglio se questa città la dimentichi. D'altra parte qui hanno completamente dimenticato un modenese acquisito come Nicolaj Gheorghiev Ghiaurov che per mezzo secolo è stato osannato nei teatri di tutto il mondo e che appartiene alla storia.
Sono grezzi e ignoranti. Ciononostante decidono sulle questioni della cultura. Come avveniva nei paesi dell'est l’incolto e temuto capo condominio, narrato da Michail Afanas'evič, che gode della fiducia di chi comanda nel partito, te lo trovi a decidere in merito alle accademie, ai musei, alle biblioteche e ai teatri. Scelgono e nominano nonostante la loro incompetenza. Non s’informano nemmeno, e quando s’informano, lo fanno rivolgendosi ad altri incompetenti purché amici e parte della loro conventicola. Vedo interventi di chi non sa nulla delle cose e che di volta in volta le sostiene o le ostacola nel merito.
Io non mi permetterei mai di suggerire ai medici di medicina; agli avvocati di legge, o anche solo a un artigiano come fare il suo mestiere, ma nella cultura e nei suoi strumenti di divulgazione ogni imbecille che abbia un pochino di presunzione e un dirigente di partito che lo sostiene, detta le linee, gli indirizzi, interviene sugli investimenti e nelle scelte.
Caro Leone, on ti voglio coinvolgere in queste considerazioni ma lasciala perdere la tua città: almeno per ora. Se cambierà qualcosa, vedremo come, e magari ne riparleremo. Io possiedo una sola casa e sono costretto a risiedere qui, ma tu... Che nessuno sia profeta in patria sta scritto anche nel Vangelo, ma che sia il sindaco Gian Carlo Muzzarelli a determinarlo, almeno nel tuo caso, è da manicomio. Capisco l'affetto, il legame e l'amore per la propria città, ma quando questa è amministrata con insensibilità, presunzione e ingiustizia da parte di chi, senza talento decide su chi il talento lo ha, è una miseria per tutti.
Adriano Primo Baldi