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Questa sera, 1 ottobre alle 21 alla Rocca di Vignola, Grandezze & Meraviglie propone il concerto “Aquila Altera”.
Cinque polistrumentisti con strumenti medievali: viella da gamba, viella da braccio, arpa medievale, flauto dolce) e voci presentano un florilegio di musiche vocali e strumentali che mostrano la grande circolazione europea della musica nel Trecento. Il concerto prende il nome dall’aquila dei Visconti, ai quali appartenne il codice conservato presso la Biblioteca Estense di Modena (MS α.M.5.24), da cui sono tratti alcuni brani eseguiti. Il programma è diviso in tre sezioni. Si inizia con una selezione di mottetti anonimi tratti dall’Ars Antiqua di area franco-germanica, tra cui il conductus Mundus a Mundicia, il cui testo si trova in numerose fonti del XIII e XIV secolo. La seconda parte si dedica invece alle composizioni del codice Rossi della Biblioteca Vaticana, che raccoglie il che raccoglie il vivace repertorio profano trecentesco dei cantori padovani delle corti scaligere e viscontee nella più antica testimonianza di Ars Nova italiana, della prima metà del Trecento.
Ogni brano descrive una scena della quotidianità dell’epoca, oltre al testo fiabesco di Piançe la bella Yguana, in cui la fata Aguana piange l’abbandono di un innamorato. Infine l’ultima parte del programma è dedicata al grande Guillaume de Machaut (1300-1377), e testimonia la circolazione e l’apprezzamento dell’Ars Nova francese, anche in Italia. Destinata alle più sofisticate corti europee, la musica di Machaut denota grande fascino poetico e una spiccata complessità, tratti affascinanti per un ascoltatore del Trecento come per uno contemporaneo.
I componenti dell’ensemble, diplomati in strumenti moderni e successivamente specializzati in musica antica, sono accomunati dall’interesse per il repertorio medievale che è in grado, ancora oggi, di trasmettere emozioni e di raccontare una parte importante della nostra storia e tradizione musicale. L’evento è a pagamento ed è consigliata la prenotazione (tel. 3458450413). Ingresso 13 euro.
Stefano Soranna
Redazione Pressa
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