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Roberto Cingolani pensa che l'Europa sta indirettamente finanziando la guerra di Vladimir Putin, spendendo un miliardo di euro al giorno per acquistare energia, e che è probabile un embargo totale del gas russo. 'Secondo me', dice in un'intervista a 'La Stampa' il ministro della Transizione ecologica, 'a breve dovremmo interrompere, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia'. Ma il ministro si è dichiarato ottimista riguardo agli sforzi del governo Draghi per rimpiazzare il gas russo con un approccio su più fronti che include: nuovi e più sostanziosi contratti con fornitori del Medio Oriente, dell'Africa e dell'America del Nord; aumento della capacità del Tap per ricevere più gas dall'Azerbaijan; uso di rigassificatori galleggianti e potenziamento dei tre esistenti entro 12 mesi, per gestire nuovi acquisti di gas liquido; aumento della produzione nazionale; riempimento degli stoccaggi; decisa accelerazione verso l'obiettivo di una semplificazione del mercato delle rinnovabili, fino a 200 kilowatt di autoconsumo.
Cingolani ha anche predetto che grazie agli sforzi congiunti messi in campo dal primo ministro, dal ministro degli esteri e da lui stesso, in stretta collaborazione con Eni e altre compagnie, l'Italia raggiungerà un'indipendenza quasi completa dal gas russo nell'arco di 18 mesi: 'Entro il secondo semestre dell'anno prossimo potremo cominciare veramente ad avere una quasi totale indipendenza', ha dichiarato.
Quindi non ci vorranno 24 o 36 mesi, come ha detto un mese fa. Ne basteranno 18: 'Esattamente. La strategia - spiega il ministro come sintetizza Agenzia Nova - è basata da un lato sul fatto che noi manderemo al massimo il trasporto di gas nei gasdotti con i nuovi contratti, poi aumenteremo la capacità di rigassificazione. Il gas può essere trasportato nei gasdotti ma può essere anche liquefatto, cioè compresso, trasportato sotto forma di liquido e poi ritrasformato in gas con i rigassificatori.
Stiamo potenziando anche questa caratteristica. Noi abbiamo 3 rigassificatori in Italia e ne aggiungeremo un paio che saranno galleggianti perchè non devono rimanere per sempre, solo per il periodo che ci serve', ha concluso Cingolani. 'La nostra strategia è di sostituire questi 29 miliardi di metri cubi di gas che arrivano ogni anno in Italia dalla Russia attraverso il gasdotto del Tarvisio con altrettanto gas che però deve essere prodotto da Paesi che si trovano in continenti diversi e che sono anche loro connessi ai gasdotti', ha spiegato. 'Rispetto a tutti gli altri paesi europei - continua il ministro - noi abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est. Stiamo potenziando le rotte da sud e da est, c'è stato un accordo con l'Algeria. La settimana prossima e in questi giorni andremo in altri Paesi, soprattutto della regione africana, e prevediamo di arrivare a circa due terzi di quello che ci serve gia' nelle prossime settimane'.
Redazione Pressa
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