Confagricoltura Emilia Romagna sollecita un cambio di passo per contrastare la moltiplicazione inarrestabile dei cinghiali. L’allarme lanciato più volte dall’organizzazione degli imprenditori agricoli non ha mai ottenuto l’attenzione dovuta da parte delle istituzioni e ora occorre una strategia efficace.
«Siamo d’accordo sulla sospensione dell’attività venatoria nelle province di Parma e Piacenza, vicine all’area infetta, tuttavia – prosegue il presidente regionale degli agricoltori – non dobbiamo assolutamente bloccare i piani di controllo della specie cinghiale, anche quelli eseguiti in modalità collettiva, atti alla riduzione di questi ungulati».
L’appello di Confagricoltura Emilia Romagna sottolinea quanto sia importante, in tutto il territorio regionale, non abbassare la guardia e continuare senza sosta l’unica attività di contrasto alla presenza eccessiva dei cinghiali, «con l’unico strumento utile in nostro possesso – rimarca Bonvicini – il Piano di controllo del cinghiale 2021-2026 (art.19 della legge n.157/1992 e art.16 della L.R. n.8/1994; e ultima delibera DGR-n.1973 – 22-11-2021). Tale intervento si reputa doveroso e necessario vista la pericolosità della malattia e le possibili ripercussioni commerciali sulle filiere delle carni Dop e Igp».
In questa direzione anche l'intervento del Deputato Lega Guglielmo Golinelli, componente della commissione agricoltura alla Camera: 'Da tempo denunciamo il rischio di ingresso della peste suina africana in Italia, a causa dell’eccessiva presenza di cinghiali. È necessario un intervento del Governo per modificare la legge 157, in modo da permettere un consistente controllo numerico dei selvatici, altresì monitorando e tracciando la popolazione.
Il comparto agroalimentare è in serio pericolo: bisogna dare stabilità al mercato, promuovere la carne Italiana e sostenere le aziende sia dal lato economico che attraverso l’implementazione della biosicurezza. La peste suina africana è un flagello da fermare con tutti i mezzi e gli strumenti disponibili”.


