Confesercenti poco ottimista, è boom di lavoro a chiamata

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Il lavoro a chiamata prevale fa lievitare l'occupazione nel terziario, mentre calano i contratti a tempo indeterminato. In sintesi e' questo il trend recente rilevato dall'osservatorio Confesercenti (su 1.300 aziende), al terzo trimestre 2017, degli occupati nel settore terziario modenese.

Nel periodo compreso tra l'1 gennaio e il 30 settembre 2017, rispetto al medesimo dello scorso anno, il saldo tra assunzioni e licenziamenti ha segnato un +8,8%. Quello dei pubblici esercizi e' il comparto col maggior numero di persone assunte, mentre permangono difficolta' nel commercio al minuto dove, nonostante la tenuta dell'extralimentare, il calo dei lavoratori non si arresta.

'Diversi i fattori- commenta l'associazione sul trend dei contratti a termine- che hanno favorito l'incremento: estate ed eventi di richiamo e l'assenza di altri format contrattuali se non quello del lavoro a chiamata. Guardiamo comunque a questo trend- chiarisce Confesercenti- con scarso ottimismo.

L'andamento generale dei consumi al dettaglio, soprattutto per le piccole attivita', soffre a causa di dinamiche di spesa incostanti e diversificate. La velocita' a volte troppa, con cui aprono e chiudono o passano di proprieta' molti esercizi commerciali.

La flessione che continua ad avere il rapporto di lavoro di tipo continuativo a tempo indeterminato'. Guardando i singoli settori, al 30 settembre, dopo nove mesi, segna +17,6% il saldo tra attivazioni e cessazioni. Prosegue e aumenta, invece, la sofferenza occupazionale tra le piccole imprese del commercio al minuto: -2,4% il saldo tra attivazioni e cessazioni in questo caso, dopo tre trimestri. Tiene e si consolida poi l'occupazione nell'ingrosso: +4,2% il saldo tra nuovi assunti e licenziati.