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'Contratto Anaste, basta pregiudizi, difendiamo insieme i lavoratori del settore socio sanitario'

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L'appello di Vincenzo Paldino (Snalv-Confsal Emilia Romagna): 'L'ostracismo di Cgil, Cisl e Uil danneggia prima di tutto i lavoratori. Siamo la terza organizzazione in Italia, con due rappresentanti nel Cnel, non ci sono sindacati di serie B'


'Contratto Anaste, basta pregiudizi, difendiamo insieme i lavoratori del settore socio sanitario'
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'll contratto collettivo Anaste è il contratto di riferimento dei lavoratori del settore socio sanitario applicato anche nelle CRA oltre che nelle strutture sanitarie private e accreditate. Dopo il rinnovo del 2009 anche da parte di CGIL Cisl e Uil, non è stato più possibile trovare l'intesa con i sindacati confederali, né per il rinnovo del 2017 né per l'ultino rinnovo, nel dicembre del 2022. Anzi, la triplice sindacale continua ad attaccare duramente il contratto stesso giudicandolo non rappresentativo se non addirittura 'pirata'. Questo è fuori dalla realtà e non è più accettabile, anche perché le divisioni non fanno altro che indebolire l’azione del sindacato a tutela dei lavoratori, che dovrebbe essere obiettivo comune”
Vincenzo Paldino, referente regionale SNALV Confsal Emilia Romagna - Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori, che quel contratto Nazionale lo ha sottoscritto, si toglie qualche sassolino nella scarpa, anche alla luce degli ultimi dati certificati dal Cnel che vedono la Confsal come terza Confederazione Italiana alla pari della Uil.

“Abbiamo due rappresentanti nel Cnel. Tutto si può dire ma non che non siamo rappresentativi” - afferma Paldino al quale poniamo alcune domande sul contratto e sulla situazione sindacale e del lavoro nel complesso settore socio-sanitario. Partiamo dalle critiche rispetto ai cosiddetti tre giorni di carenza sulla malattia. “Questi ci sono così come ci sono anche nel contratto del teriziario, riconosciuto da Cgil, Cisl e Uil. Anche quello è un contratto pirata ai loro occhi? Vogliono discriminare i lavoratori della sanità privata e quelli del terziario? Ma siamo seri. E’ chiaro che tutti i Contratti Collettivi Nazionali possono avere delle carenze e delle problematiche che vanno poi colmate con i contratti aziendali. Noi, su questo fronte, stiamo raccogliendo, anche in Emilia Romagna, la quasi totalità della disponibilità delle aziende del settore socio sanitario a sottoscrivere specifici contratti aziendali.

Questo loro lo sanno e allora perché non raccogliamo tutti insieme questa disponibilità, sottoscrivendo insieme contratti aziendali, andando ad affrontare e risovere insieme nelle sindole realtà i problemi, anziché farci la guerra?”.

Che cosa intende? “Intendo che è in atto nei nostri confronti e del contratto sottoscritto, una vera e propria campagna di delegittimazione e disinformazione che viene fatta nei confronti dei lavoratori, anzi direi sulle spalle dei lavoratori. Ma i lavoratori sono interessati ai loro diritti, non alle diatribe sindacali, anzi non dobbiamo meravigliarci se di fronte a questi atteggiamenti i lavoratori si allontanano dai sindacati. E non a caso i numeri della nostra crescita parlano chiaro”.

Che spiegazione si è dato? “Il mondo è cambiato ma certi ambiti sindacali rimane l’atteggiamento di chi si crede superiore, di potere guardare dai propri palazzi dall’alto in basso i sindacati diversi da loro o autonomi che operano sul territorio anche senza avere grandi uffici e sedi in edifici a dieci piani. Nella mia esperienza sindacale mi è spesso capitato di trovarmi ai tavoli di rappresentanza tra sindacati confederali CGIL, Cisl e UIL, e autonomi, come Snalv – Confsal. Avete presente quelle situazioni in cui l’aristrocratico guarda con sufficienza il plebeo? Ecco, quella! A volte è capitato che un sindacalista si alzasse e minacciasse di andarsene se al tavolo avessero continuato a sedere sindacati autonomi, ignorando anche l’art 39 della Costituzione e mettendo in dubbio anche il diritto di parlare. Un sindacato non è meno rappresentativo di un altro perché non ha la sede nello stesso comune in cui si trova la clinica o la struttura in operano i lavoratori, come alcuni loro rappresentanti vorrebbero fare credere. Un sindacato è rappresentativo a livello nazionale come sancito dalle norme e dalla costituzione, e all’interno delle aziende i sindacati maggiormente rappresentativi firmano gli accordi. Purtroppo i sindacati confederali continuano ad avere un atteggiamento fortemente politicizzato che non fa l’interesse dei lavoratori ma appartiene al proprio Status Quo, quello di chi non accetta di non avere l’esclusiva sulla firma dei contratti collettivi nazionali”.

E questo si rifletterebbe anche rispetto al contratto Anaste? “Si, ma ricordiamo che si sta tentando di delegittimare uno dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro più significativi e applicati nei settori socio-sanitario e socio assistenziale in quanto strutturato per le specifiche esigenze di questi ambiti lavorativi. E appunto sottoscritto da una delle realtà più rappresentative del panorma nazionale delle aziende private da un lato e sindacale, quale è la Confsal, dall’altro”.

Come intendete muovervi? “Continuando a fare il nostro lavoro nei confronti dei lavoratori, ma lanciando un appello affinché questo pregiudizio nei nostri confronti, nei confronti di questo contratto e, più in generale, nei confronti dei sindacati autonomi, cessi. Ma non solo. Il nostro interesse è quello di trovare un accordo per costruire un fronte comune sull’applicazione del contratto, migliorandone gli aspetti specifici in ogni realtà”.

Gi.Ga.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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