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'Se un piccolo imprenditore porta le carte che il decreto legge impone, in una giornata si ottengono i soldi, sempre che non si rompano i computer o se non ci sono impatti di altro genere. L'operazione è studiata e preparata per ottenere i soldi in una giornata avendo fornito i documenti. Più complicata è la situazione per chi chiede più di 25 mila euro: ci sono documenti da fornire, delibere da assumere, e la Sace non ha ancora fornito la piattaforma', così il presidente dell'Abi Antonio Patuelli spiega in diretta su Tgcom24, le modalità di erogazione dei prestiti garantiti dallo Stato per i piccoli imprenditori per l'emergenza coronavirus.
'Le banche non possono fare tutto e di conseguenza cercano di fare l'impossibile'. Con questa battuta Patuelli sottolinea l'impegno del sistema bancario al fianco dei settori economici colpiti dall'emergenza coronavirus.
'Le banche stanno lavorando forzatamente in una situazione di emergenza, si sono sobbarcate alcune iniziative volontarie come le moratorie, concordate con le organizzazioni di categorie e i sindacati per le imprese fino a 250 dipendenti. Stiamo applicando - ha aggiunto - il decreto del 17 marzo dove il governo ha applicato moratorie come per i mutui. Poi e' arrivata quella ulteriore emergenza legata all'applicazione del decreto legge dell'8 aprile, che ha atteso le autorizzazioni europee nella notte di Pasqua e ha implicato una organizzazione tecnologica per un decreto molto complesso che implica adempimenti degli organi della pubblica amministrazione. Venerdi' sono arrivati i codici per il fondo delle piccole medie imprese, e venerdì le banche hanno cominciato il rodaggio'.
Da parte delle banche c'è 'una grande operazione in corso, un grande sforzo. Bisognerebbe ringraziare coloro che lavorano nelle banche.
Io penso che sia più facile scaricare sulle banche dei compiti ulteriori rispetto a quelli che hanno, ringraziare chi lavora in banca in epoca di coronavirus per quello che fanno', ha sottolineato Patuelli, il quale ha spiegato che sui prestiti riservati alle grandi imprese per importi superiori a 25 mila il sistema bancario attende 'dalla Sace la piattaforma informatica per inviare le richieste'.
'Da domani, quando saranno riaperti gli sportelli bancari, non tollereremo alcuna prevaricazione ne' offese ne' atti di violenza contro le lavoratrici e i lavoratori bancari nel caso in cui le banche fossero in ritardo nell'erogare credito'. Lo ha detto ai microfoni del Tg4, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in relazione ai prestiti garantiti dallo Stato col decreto legge 'liquidita'' che dovrebbero essere erogati, a partire da domani, dalle banche.
'Fino a 25.000 euro c'è la garanzia totale dello Stato: è molto semplice e in poche ore le somme potrebbero essere accreditate sul conto. Se ciò non dovesse avvenire, i clienti non devono prendersela con chi lavora in banca, ma con chi gestisce la banca', ha aggiunto Sileoni.
(ITALPRESS).
Redazione Pressa
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