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Troppi 'tentennamenti' in Regione sulla riattivazione degli impianti per l'estrazione del gas in Adriatico. 'Restiamo esterrefatti di fronte ai tentennamenti e ai voti risicati', ammette il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi, commentando il voto della scorsa settimana sulla risoluzione con cui si chiedeva un impegno della giunta a favorire la riattivazione delle trivellazioni sulle piattaforme esistenti.
Il documento, targato FdI, è passato, ma la maggioranza si è spaccata, con Coraggiosa e Verdi contrari alla risoluzione. 'Ci sembra che solo a livello territoriale, a partire dal distretto ravennate, ci sia una vera presa di coscienza della gravità del problema grazie a un'amministrazione pubblica sensibile ed attenta, mentre la crisi energetica è una questione globale che ci sta trascinando verso la recessione. Facciamo nostre e apprezziamo le parole del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che rilanciamo: siamo in emergenza energetica totale, occorre un commissario perché è una questione di sicurezza nazionale', rilancia il numero uno di Confindustria Romagna.
'Senza energia e materie prime non si fa impresa. È un assunto elementare che oggi ci sentiamo di dover ribadire perché davvero siamo agli sgoccioli: possiamo fare i funamboli ancora per qualche settimana, bloccando alcune linee, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, ma alla lunga i rincari e la scarsità di materiale costringeranno a scelte dolorose', ribadisce Bozzi.
'Al di là dei nostri ripetuti allarmi, oggi sono quotidiani i bollettini che lo certificano, da ultimo quello di Bankitalia: l'eventuale interruzione dei flussi di gas russo potrebbe essere compensata per circa due quinti entro fine anno attraverso l'aumento dell'estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali, l'incremento dell'importazione di gas naturale liquefatto e il maggiore ricorso ad altri fornitori', avverte il leader confindustriale. 'Il tutto senza intaccare le riserve di metano, ma se non è questa un'emergenza non immaginiamo cosa possa esserlo. È questa la strada obbligata da prendere subito per diversificare gli approvvigionamenti, smettere di finanziare la guerra ed evitare un autunno buio', conclude Bozzi
Redazione Pressa
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