Case in via Vaciglio e Polo GLS: il Re, senza visione, è nudo
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Case in via Vaciglio e Polo GLS: il Re, senza visione, è nudo

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A Modena l'urbanistica del futuro appare schiacciata su interessi meramente edilizi


Case in via Vaciglio e Polo GLS: il Re, senza visione, è nudo
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Le decisioni quasi simultanee, da un lato, di costruire 550 abitazioni in via Vaciglio e, dall'altro, di spianare la strada al progetto del polo logistico di GLS, non pongono solo seri problemi di compatibilità ambientale. Sono scelte che, unite alle trasformazioni – rese molto più semplici dal famoso “Sblocca Modena” - di pezzi di aree industriali e artigianali dismesse in superfici commerciali, come ad esempio quello dell'ex Arbe di via Emilia Ovest, fanno emergere drammaticamente il grande limite di Muzzarelli e della sua squadra di governo: quello di ritenere di poter affrontare il presente e soprattutto il futuro con ricette vecchie, anacronistiche.

Soluzioni che, a suon di cemento, mattone e ipermercati hanno garantito, nei decenni scorsi, per un lasso di tempo, ma in un quadro economico e sociale profondamente diverso, un certo benessere ed una occupazione dignitosa a migliaia di modenesi. Ma che ora sono, appunto, fuori dal tempo.

Ciò che deve ancor più far riflettere e generare preoccupazione è poi il fatto che queste decisioni vengono assunte non solo sul presupposto di voler così alimentare la crescita - il vero mantra di Muzzarelli dal principio della consiliatura - ma soprattutto nel pieno della discussione sul POC, il nuovo piano regolatore di Modena. Tema, questo, che avrebbe dovuto far deflagrare, per mano dell'Amministrazione Comunale, una riflessione collettiva ed alta sul futuro della città capoluogo.

E che avrebbe dovuto far scaturire, nonostante l'imprevedibilità che connota sempre più il nostro tempo, interrogativi pressanti in merito agli asset sociali ed economici su cui incardinare le leve urbanistiche del piano regolatore. Ed invece, almeno fino ad ora, non è emerso nulla di tutto ciò. E l'urbanistica del futuro appare schiacciata su interessi meramente edilizi.

Le domande, da cui far discendere una vision strategica per Modena, da declinare anche con precise scelte urbanistiche, avrebbero dovuto essere molteplici. Quesiti fondamentali per un politico e amministratore che voglia sfidare il futuro e non solo cavalcare il presente. Possibile che il governo della città non si sia chiesto, ad esempio: che nuovi cittadini vogliamo convincere a stare o venire a Modena? Quanto peso, sul Pil locale, desideriamo rappresentino nei prossimi anni il turismo o le attività riconducibili al terziario avanzato? Come facciamo a convincere player industriali di mezzo mondo in cerca di aree dove investire a scegliere Modena? In che modo possiamo assecondare le tensioni ad innovare ed a crescere della manifattura presente? Di che ambiti e conoscenze abbiamo bisogno per almeno stimolare uno sviluppo economico “leggero” e più friendly verso l'ambiente circostante? Come possiamo creare posti di lavoro ad alto valore aggiunto?

Sono, questi, solo alcuni esempi di interrogativi basici che dovrebbe porsi una città intenta a costruire il POC e soprattutto proiettata consapevolmente nel futuro. Interrogativi, però, che non sembra abbiano nemmeno lambito il Sindaco ed i suoi assessori. Perché altrimenti Muzzarelli non avrebbe nemmeno tirato fuori la tragicomica storiella, secondo cui le 550 abitazioni contro cui si batte #Mobastacemento attrarranno giovani ad alto potenziale. Non penseremo mica seriamente che giovani ingegneri vengano a Modena perché attirati dalle costruzioni di Carlo Zini in via Vaciglio e di Mauro Galavotti in via Fratelli Rosselli? Il blog Riconnettere Modena, alcuni giorni fa, spiegava peraltro, come i giovani professionisti, in Gran Bretagna, come negli Stati Uniti, ma nella stessa Milano, si stiano da tempo spostando verso il cuore delle città. Città che però hanno precise caratteristiche, citate nello stesso pezzo: “una molteplicità di attrazioni locali a distanza pedonale; accesso a una varietà di opzioni di trasporto (collettivo, privato, condiviso, biciclette, marciapiedi attivi e di qualità), sia urbano che regionale; architettura di qualità e spazi sicuri, puliti, accoglienti, che favoriscano l’incontro casuale e lo scambio informale di idee (un motore centrale per lo sviluppo di un’economia avanzata)”.

Il link al tema dell'osservazione sovra-locale di fenomeni come quello dell'attrattività delle città per giovani ingegneri, fornisce poi un'altra chiave di lettura, particolarmente inquietante: la netta sensazione che Muzzarelli ed i suoi colleghi di Giunta non abbiano nemmeno fatto lo sforzo di alzare lo sguardo oltre il proprio ombelico per capire come vanno le cose, seppur sommariamente, nel mondo. E questo - ma non solo questo - spiega ulteriormente il motivo per cui le 900 abitazioni in arrivo e il polo di GLS siano considerate le vie migliori da percorrere perché il benessere a Modena possa diventare ancora più diffuso e si generi nuova occupazione. Poco importa se il benessere confliggerà pesantemente con l'ambiente. E se l'occupazione - quella rappresentata da commesse e magazzinieri dei supermercati o da padroncini schiavizzati e autisti sottopagati dalle grandi compagnie di trasporto su gomma – non sarà buona, va bene uguale. L'importante è avere un più da aggiungere alle statistiche di fine anno. Quelle buone per le conferenza stampa. Un quartiere in più. Un supermercato in più. Un lavoratore in più. E', in fondo, la filosofia della 'marcia in più'. Per andare dove e come non si sa.

Eli Gold


Eli Gold
Eli Gold

Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett..   Continua >>



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