Così Bonaccini alla prima sfida seria incassa la prima sconfitta vera

Ora per Bonaccini un nuovo calcolo: sarà più conveniente ripartire da numero 2 della Schlein o da numero 2-3 di Calenda e Renzi?


Bonaccini sinora si è sempre misurato in sfide che sapeva di vincere. 'Godot', come molti lo hanno soprannominato non sceglieva, non scendeva in campo ufficialmente, fino a quando non capiva che il momento era propizio. Fu così nel 2009 nella sfida per la segreteria regionale Pd contro la Bastico, fu così per la prima candidatura a presidente della Regione contro Richetti (che poi, sotto il peso di una indagine dalla quale verrà assolto molto dopo rispetto a Stefano, fece un passo indietro) e fu così per la decisione di ricandidarsi in Emilia Romagna contro una avversario leghista forte a Roma con Salvini, ma debolissimo a Bologna con la Borgonzoni.
Bonaccini fiutava l'aria e in questo è sempre stato insuperabile: al fianco di Bersani quando era leader Bersani, con Renzi quando era leader Renzi, luogotenente di Zingaretti quando era leader di Zingaretti. Si va dove porta il successo, sempre dalla parte del vincente, al di là delle appartenenze a questa o quella mozione. Poco incline alle critiche, approccio muscolare, promesse quanto basta (e come sull'ospedale di Pavullo non importa mantenerle), circondato da tanti fedelissimi, parole d'ordine da ripetere in continuazione, outfit curato, Bonaccini è bravo - anche - nell'attorniarsi di persone capaci, in primis tra il corposo staff della comunicazione.
Ma stavolta il figlio della terra di Campogalliano ha sbagliato. Si è mosso come sempre, ha fiutato l'aria, ha aspettato, ha fatto i calcoli con metodo e valutato che la sua candidatura al dopo-Letta avesse ottime chance di successo e che la sconfitta fosse un rischio minimo, così alla fine si è candidato.
Con lui tutti i supporters di sempre: quasi tutti emiliani, quasi tutti volti della rete della terra rossa per eccellenza: da Bottura a Muzzarelli, passando per il nuovo presidente della Provincia di Modena che si lancia addirittura in una dichiarazione di affetto smisurato, e poi i campioni dello sport e i volti dello spettacolo. Solito schema, come contro la Borgonzoni. Una buona strategia di comunicazione, uno slogan che funziona sulla energia e sul popolo e si parte.
Sapeva, Bonaccini, che questa volta si trattava di una sfida diversa, perchè l'Italia non è Modena e nemmeno l'Emilia Romagna. Insomma, stavolta pensava di essere attrezzato per una vittoria, pur largamente prevista da tutti, ma non certissima. Una vittoria da leader vero, non più da vice o da seconda linea.
Invece no, alla prima sfida seria, alla prima partita in mare aperto, fuori dall'acquario emiliano, Bonaccini, partito con tutti i favori del pronostico, incassa la prima vera e bruciante sconfitta. Una giovane donna, lontana dal Pd fino a ieri, diventa segretario nazionale al suo posto.
'Gli elettori le hanno democraticamente assegnato la vittoria e adesso si apre una nuova stagione per il Pd - ha detto a caldo Bonaccini - Per parte mia garantisco l'unità che ho promesso nelle settimane scorse'. Frasi scontate, parole di rito. Sull'unità ora sono pochi a scommettere. Tutto dipenderà dai nuovi calcoli di Bonaccini: sarà più conveniente ripartire da numero 2 della Schlein o da numero 2-3 di Calenda e Renzi?
Giuseppe Leonelli
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>