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E così Re Elkann usa il giornale nato per la sinistra come una clava classista

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Alain Elkann dipinge un quadretto surreale di un suo viaggio in prima classe. Quello che si staglia davanti ai suoi occhi nobili e avvezzi al bello e alla cultura alta (mica fumetti e musica pop per intenderci) è intollerabile. E il racconto finisce per essere un boomerang


E così Re Elkann usa il giornale nato per la sinistra come una clava classista
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E' qualcosa che paradossalmente riconcilia col mondo. Qualcosa di talmente grottesco da far sorridere, talmente surreale da svelare in poche righe tutta la boriosa goffaggine di un potere ancora così arrogante da dover nascondersi dietro a plateali slanci di magnanimità. Un potere che oggi usa le colonne di un giornale apertamente schierato a sinistra per dar sfoggio di un classismo così becero da apparire finanche macchiettista. Parliamo di un racconto in prima persona di un viaggio in treno in prima classe Roma-Foggia, vergato da Alain Elkann, padre dell'editore di Repubblica John Elkann, pubblicato oggi a pagina 29 proprio di Repubblica.



Alain lamenta di aver fatto un viaggio in compagnia di quelli che egli definisce 'giovani lanzichenecchi senza nome' e che, in realtà, non sono altro che adolescenti. Vestiti da adolescenti, i quali ascoltano musica da adolescenti, che parlano di ragazze e che bevono bibite analcoliche.

Tutto qui.

Ma per Alain Elkann, nobiluomo nelle vesti di un antico monarca costretto a vivere nei tempi deteriori della democrazia, il quadretto che si staglia davanti ai suoi occhi nobili e avvezzi al bello e alla cultura alta (mica fumetti e musica pop per intenderci) è intollerabile. Egli che nel descrivere se stesso afferma di 'indossare, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera' e aggiunge di avere 'una cartella di cuoio marrone' con all'interno 'il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica'. Egli che 'sta anche finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust e in particolare il capitolo Sodoma e Gomorra' e che ha 'un quaderno su cui scrive il diario' con la sua 'penna stilografica'.

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Ecco, egli non può proprio tollerare quei giovani che hanno la colpa di 'ammassare nei vari cestini per la carta straccia lattine di Coca Cola o tè freddo' e che indossano 'scarpe da ginnastica di marca Nike' e hanno 'l’iPhone con cuffia per ascoltare musica'.

E così si lancia in una invettiva generosamente pubblicata dal giornale edito dal figlio. Un reportage che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbe voluto essere un pezzo di 'storia vissuta' e che finisce per essere il biglietto da visita, tanto sincero quanto involontario, di quella che oggi è la visione del mondo di una fetta della sinistra italiana delle cui lodi trasuda da sempre il quotidiano fondato da Scalfari. Elkann fa tutto da solo, indossa i panni del re e anche del bambino che ne svela la nudità. E smascherandosi senza volerlo finisce per smascherare anche una sinistra ormai così avvinghiata al potere e alla ricchezza da aver di gran lunga superato ogni concetto di radical chic, una sinistra con Rolex, yacht, prime classi, champagne, una sinistra così lontana dalla gente da esserne addirittura schifata, da non salutarla nemmeno perchè, come scrive il padre dell'editore di Repubblica, 'quei lanzichenecchi senza nome mi avevano dato fastidio'. 'Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo...' cantava Gaber. Già qualcuno era comunista...
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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