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Che il Sistema-Modena e più in generale il Sistema-Emilia esista non vi è alcun dubbio. Esistono i legacci distorti tra il partito che da oltre 70 anni governa il territorio e le istituzioni, occupate in modo quasi militare dagli uomini (uomini in senso stretto perchè le donne sono pochissime) fedeli al partito. Esiste una intrusione metodica e sistematica nella governance degli enti partecipati. Esiste, insomma, una commistione totale tra partito (Pd-Pds-Ds-Pd) e istituzioni stesse che ha escluso e ghettizzato il pensiero non solo critico, ma banalmente libero, presente in città.
Una fotografia politica, ovviamente, che non rappresenta una accusa rispetto ad eventuali illeciti, ma che va tenuta bene in considerazione.
Non vi è alcun dubbio neppure che la terza gamba di questo Sistema sia rappresentante da una fetta di imprese amiche (coop e non solo) alle quali il potere politico-istituzionale ha strizzato l'occhio da decenni (con le quali, per citare Giancarlo Muzzarelli, si condividono 'ideali e valori').
Esistono ovviamente anche personaggi che incarnano nodi strategici di questo sistema, personaggi che si sono alternati negli anni e che oggi sono ad esempio, per fare qualche nome: il commercialista Domenico Livio Trombone, punto di riferimento, con i suoi 40 incarichi, del mondo cooperativo, Massimo Giusti, punto di riferimento del mondo cattolico (strettamente connesso con quello della sinistra storica) e delle Fondazioni, alcuni parlamentari o ex parlamentari come Stefano Vaccari, vertice del grande meccanismo che ruota intorno al mondo dell'anti-mafia istituzionalizzata, alcuni politici a cui guarda il mondo del volontariato (su tutti Francesca Maletti) e alcuni leader della cooperazione (fino a ieri Mario Zucchelli di Coop Estense ed editore di Trc, oggi in modo più sfumato, perchè non modenese, Adriano Turrini di Alleanza 3.0). Tutto lecito sia chiaro: ma il Sistema politico esiste e le persone che lo rappresentano pure.
Ecco, questo Sistema nella sua chiusura e nella sua autoreferenzialità ha bloccato la città e impedito alle energie migliori, alle eccellenze di esprimersi. Perchè, come sempre accade, i leader di un Sistema chiuso e senza concorrenza tendono non solo a escludere chi non aderisce al modello, ma anche a premiare al proprio interno i meno capaci, poichè i più capaci hanno il difetto di tendere a pensare prima o poi in modo autonomo. E questo è un pericolo per chi comanda.
Ora, dopo oltre 70 anni, l'alternativa per una congiuntura nazionale (non certo per merito dell'opposizione locale) esiste. Ed ha un nome: Lega. Il problema è che nel mirino di questa alternativa non vi sono i nodi e le storture profonde del Sistema. Ma vi sono gli immigrati. Gli immigrati e il tema della sicurezza. Nessuna costruzione di una rete di competenze che possa offrire un modello diverso, migliore, nessuna visione a lungo termine, nessun sogno. Nessuna idea diversa di città. No. Solo la caccia agli immigrati. Come se i problemi di Modena iniziassero all'Errenord e finissero nella casa d’accoglienza in via delle Costellazioni. Come se le derive del Sistema siano da imputare agli immigrati, pochi o tanti che siano, vasto o limitato sia il business (che esiste sia chiaro) legato alla accoglienza. I concetti di solidarietà, apertura, uguaglianza, fatti propri dal Sistema Modena che li ha calpestati e distorti, non vengono neppure sfiorati. Come se il Sistema ne avesse il monopolio. E al loro posto nessun altro valore, nessun altro ideale, non certo quello liberale, non certo quello legato alla promozione della concorrenza, non un appello alle forze culturali per anni calpestate. Nulla. Solo il tema della immigrazione e la lode perenne al Capitano Salvini. Questa l’alternativa incarnata oggi dalla Lega del duo Vernole-Prampolini (o meglio di Vernole e della sua creatura scelta in solitaria e plasmata da zero), appoggiata dal pensatoio di destra de La Terra dei Padri e alla quale Forza Italia e Fratelli d’Italia (paradossalmente più a sinistra della Lega) si adatta per manifesta inconsistenza e piccole ambizioni di bottega. E chi contesta è automaticamente filo-Pd. Peggio, filo-Pidiota.
E allora con un Sistema incapace di innovarsi dall’interno e che confonde (volutamente) l’idea di apertura all’esterno con l’aprire le porte della medesima casa, e con una alternativa che fa leva solo sulla caccia al diverso, pensare a un modello nuovo e positivo è difficile. La fine più probabile? Che il Sistema, vinca il Pd o vinca la Lega, si riproponga tal quale. Camuffato dalla (falsa) coesione sbandierata dal Pd o dal sovranismo identitario della Lega poca importa. Una mano di vernice diversa sulla stessa inscalfibile matassa.
Giuseppe Leonelli