Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Piove sul bagnato in casa Cna, associazione finita in stato prefallimentare e costretta dalle banche creditrici - Bper su tutte - a mettersi nelle mani del commercialista di fiducia del sistema Domenico Trombone: Essequattro, società emanazione di Cna che negli ultimi anni ha gestito l'amministrazione e la direzione del Mercato Albinelli, verrà infatti sostituita. Con la conseguenza che circa 50 mila euro annui non entreranno più nelle casse di Essequattro e dunque nel bilancio di Cna. Chi sostituirà Essequattro verrà scelto dalla prossima assemblea del Consorzio formato da una settantina di operatori.
Sul tavolo del consiglio di amministrazione guidato da Andrea Prandini sarebbero giunte due offerte. La prima è di una primaria società modenese di amministrazione di asset immobiliari, con alle spalle una lunga esperienza di gestione di consorzi tra commercianti e gallerie commerciali di media taglia. La seconda proposta proverrebbe, invece, da una professionista priva di particolare esperienza in materia fortemente sponsorizzata dall'attuale responsabile della comunicazione del Mercato Albinelli.
In tutto ciò, il Mercato Albinelli, pur rimanendo un solido punto di riferimento per gli acquisti alimentari da parte dei modenesi, continua rimanere un “giochino” dei modenesi. Facendo fatica ad emergere come fattore di attrattività turistica del territorio. Ancora lontano anni luce come è da realtà turisticamente più note come la Boqueria a Barcellona, il Mercado di San Miguel a Madrid, il Saluhall a Stoccolma o il Borough Market di Londra. Solo per citare alcuni mercati, che, supportati da contesti istituzionali lungimiranti, sono stati in grado di innovare il proprio concept pur mantenendo i piedi ben saldi nella propria storia. E che da anni attirano milioni di turisti veri. Cosa ben diversa dai visitatori di passaggio, su cui spesso i Comuni e la stessa amministrazione comunale fanno un po' di confusione.
D'altra parte, dietro la 'rivoluzione' muzzarelliana sulla storica struttura di via Albinelli, più volte annunciata in questi anni di grande movimentazione comunicativa, non c'è alcuna strategia di promozione turistica. E con essa la declinazione comunicativa dell'immagine del Mercato è quella che appare ad un medio osservatore: insufficiente. Soprattutto se la guardiamo con gli occhi di un potenziale turista straniero, abituato a stimolazioni emozionali ben maggiori di quelle che trasmette, innanzitutto, il sito web del Mercato Albinelli. Che risulta imbarazzante da quanto è poor: ciò che dovrebbe essere posto al centro di una strategia di comunicazione, capace di regalare, appunto, emozioni, oltre che l'idea di poter fare una experience indimenticabile, è drammaticamente assente. Perché i prodotti, i banconi con tutti i loro colori, i volti e le storie dei commercianti, non ci sono. Semplicemente comico, poi, ancorché grave, il fatto che nella versione english del portale, quella che dovrebbe essere la sezione curata in modo maniacale – la pagina dedicata a news ed eventi – riporta appuntamenti, tutti datati in modo singolare 21 novembre 2017, relativi al concerto di Vasco o allo scorso Festival Filosofia: un autogoal clamoroso, visto che proprio gli eventi dovrebbero trasferire l'idea di un mercato dinamico, vitale, in fermento.
L'inesistenza di vision è evidente, come avevamo già scritto nei mesi scorsi, anche sui Social, che dovrebbero invece assurgere a perno attorno a cui far ruotare la veicolazione del Mercato Albinelli nei circuiti del web dedicati al turismo enogastronomico: nessuno sforzo ad esempio a postare messaggi in lingua inglese o a favorire un engagement con attori esterni alla ristretta cerchia modenese e glissiamo sul fatto che la fondamentale foto dell'intestazione su Twitter è errata.
Allora non è certo un caso che Fine Dining Lovers, seguito magazine internazionale con quasi 400 mila followers solo su Facebook, continui a non citare il Mercato Albinelli tra la quindicina di mercati gastronomici da visitare.