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In nove anni da primo cittadino, il sindaco di Modena conosce forse il periodo più buio della sua lunga sindacatura, certamente il peggiore politicamente. Il voto contrario del gruppo consigliare della Sinistra al progetto del Polo Conad della Sacca, gruppo che è sempre stato parte integrante della maggioranza in giunta e l’astensione o il voto contrario di tutti gli altri, compresi i tanto corteggiati 5Stelle, ha messo in serie difficoltà Muzzarelli che si è trovato improvvisamente solo a difendere l’indifendibile progetto illustrato dall’assessore all’urbanistica Vandelli, sempre più in difficoltà all’interno della giunta e vivacemente contestata dai cittadini residenti della Sacca che si sono sentiti snobbati dopo la sua infelice affermazione fatta nell’ultima assemblea pubblica: “Se a voi il progetto non piace pazienza. A me piace molto”.
E rappresentanti del Comitato di protesta dei cittadini erano non a caso presenti nella sala del Consiglio comunale dove si discuteva del tanto contestato progetto, con grandi cartelli che rivendicavano scelte e decisioni diverse per “un’aria più sana e pulita per i cittadini del quartiere”.
Pd isolato insomma e una maggioranza mai così spaccata in consiglio sulla quale aleggiava ancora il clamoroso gesto della sfiducia del febbraio scorso nei confronti degli assessori della Sinistra, Andrea Bosi e Roberta Pinelli, al punto tale che prendono consistenza voci sulla idea di dare vita ad una lista di sinistra alla prossime elezioni amministrative, alternativa a quella del Pd, che avrebbe già un ipotetico candidato sindaco per il quale circola il nome della senatrice Maria Cecilia Guerra, aderente ad ‘Articolo 1’ (il partito di Trande, Bersani, Speranza) e fino a qualche mese fa sottosegretario alla economia nel governo Draghi.
Un nome in verità discusso anche a sinistra perché le si addebita di non avere fatto molto per Modena e i suoi problemi in tanti anni di governo, uno su tutti di non essere riuscita a fare accogliere da Roma la richiesta di un potenziamento degli organici della Polizia di Stato, troppe volte promesso dai ministri degli Interni del Pd, prima Minniti poi Lamorgese e dai governi Letta e Gentiloni, promesse rimaste sinora senza risposte. Ma, a parte queste critiche, si tratta indubbiamente di un nome di peso quello della Guerra che andrebbe a scompaginare i giochi in corso in casa Pd e ad insidiare la possibilità della riconferma di un proprio uomo come sindaco della città. Perchè è noto che la partita per la successione di Muzzarelli se la stiano giocando lo stesso Bosi e Bortolomasi, entrambi suoi assessori.
Ma sta prendendo forma, secondo altre voci, una seconda idea. Quella di dare vita ad un più ampio schieramento, sempre alternativo al Pd, che vedrebbe come attori principali lo stesso ‘Articolo 1’, insieme a Sinistra, 5Stelle, Verdi e pure il Movimento ‘Modena Volta Pagina’ particolarmente attivo negli ultimi tempi, in specie a sostegno della popolazione della Sacca e dei residenti nella zona interessata al Progetto Conad.
Acque agitate dunque a sinistra, specialmente in casa Pd, a conferma delle difficoltà che sta incontrando Muzzarelli la cui successione, al termine dei suoi due mandati, sta determinando profondi contrasti, imprevisti fino a qualche tempo fa, tra i vari partiti che hanno sinora consentito al Pd di assicurarsi la maggioranza in consiglio comunale. E si avverte un malcelato malcontento esploso improvvisamente sia tra i ‘partitini’ sinora fedeli compagni di viaggio, che della componente ex Margherita, sui metodi troppo personalistici e a volte autoritari con cui egli intende la figura di sindaco della città.
Se ne vedranno delle belle insomma d’ora in avanti anche perché c’è un pericolo ‘nuovo’, quello della alleanza di centro destra vista la grande crescita elettorale dei Fratelli d’Italia anche a Modena e che, con l’accordo con Lega e Forza Italia, potrebbe davvero dare e per la prima volta dopo 80 anni di dominio assoluto uno scossone al potere prima del Pci, poi del Pds, Ds e ora Pd. Una prospettiva inedita per il Comune di Modena che comincia a turbare i sonni dei dirigenti post comunisti modenesi.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per .. Continua >>