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I vaccini funzionano nel ridurre notevolmente gli effetti gravi del covid, in sostanza quelli clinici, e in misura minore dal contagio. Una evidenza ribadita nei giorni scorsi dal Direttore del servizio di igiene pubblica, e confermata costantemente dai dati. Anche gli ultimi arrivati, nel lunedì della festa di Ognissanti. Che vedono Modena, con i suoi 84 nuovi casi di positività, la provincia con l'incremento maggiore tra le province della Regione. La seconda è Bologna con 58. Casi che per più del 95% continuano come da inizio pandemia, vengono gestiti a livello domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, e che l'effetto del vaccino evita di trasformare, se non per soggetti pluripatologici e vulnerabili, in casi più gravi. Le terapie intensive degli ospedali modenesi oggi sono ferme al dato dell'altro ieri, invariato a 4 posti occupati.
Visto i precedenti ed il periodo, possiamo dire, un buon dato, anche solo perché lontano dai numeri che potrebbero definire una condizione da zona gialla. Uno scenario ben diverso e più tranquillo, molto più tranquillo, rispetto a quello dello scorso anno. Perché se il vaccino non ferma il contagio blocca almeno il flusso di ricoveri e la pressione sugli ospedali, che preoccupa di più, anche in relazione alle restrizioni. E, sostanzialmente, Quello che da sempre, e prima dell'arrivo del Covid, i vaccini facevano nei confronti dell'influenza stagionale che per i soggetti anziani e con fattori di rischio, non vaccinati, poteva e continua a potere essere, letale.
E se lo scenario ospedaliero è quasi da tempo di pace e non già da quasi guerra come era un anno fa, allora significa che le cose stanno andando altrettanto meglio.
Certo che pur nella consapevolezza dell'efficacia del vaccino sopratutto sugli effetti più gravi, non bisognerebbe, forse, forzare la mano. Cosa che di fatto, in maniera naturale, è accaduta negli ultimi due lunghi fine settimana in centro storico dove migliaia e migliaia di persone, per forza di cose assembrate, hanno camminato una a fianco all'altra, senza distanza, e per buona parte senza mascherine, per ore e ore. Dalla mattina alla seconda serata. Un grande flusso e afflusso di persone a camminare e stazionare presso bancarelle ed attività commerciali. Ed oltre al cartello fittizio sull'obbligo di Green Pass e con l'avvertenza di possibili controlli a campione posto solo ad un accesso lasciando libere e senza varchi tutte le altre vie di accesso, senza distinzione tra possessori e non possessori di green pass. Lo scorso anno l'appello ad evitare situazioni simili era pressoché quotidiano, oggi è raro. Eppure un potenziale di rischio in più lì c'è, lì, per forza di cose, e sarebbe sbagliato sottovalutarlo, soprattutto perché è sul fronte dei contagi che si sta giocando la partita del Green pass. I dati sui possibili effetti di quel concentrato umano che per due fine settimana ha invaso il centro arriveranno tra qualche giorno. E se i dati dovessero aumentare in modo preoccupante sotto il profilo dei contagi potrebbero prospettarsi misure più stringenti, come aleggiato ieri da ambienti governativi, compreso il ritorno della mascherina obbligatoria anche all'aperto e obbligo di distanziamento. Che ormai, anche in molti ambienti al chiuso dove vige il green pass, è diventato un ricordo.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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