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La narrazione è quella dello stesso Matteo Renzi e per questo va presa con le molle. Un racconto quotidiano quello del segretario Pd che attraverso il suo ‘diario del cuore’, Facebook (suo come ormai di tutti gli italiani) ci racconta con entusiasmo di questo suo peregrinare da una località all’altra del Paese, in quasi tutte le Feste dell’Unità, per raccontare di se stesso e dell’Italia che vorrebbe.
Come prevedibile infatti ‘Avanti’, il libro che il premier ha recentemente pubblicato, è il pretesto per sentire gli umori, tastare il terreno, una vera e propria campagna pre-elettorale in vista delle elezioni politiche che a breve interesseranno il nostro paese.
Ed è un Renzi entusiasta quello che si legge nel suo ultimo post su Facebook scritto al rientro dall’ennesima Festa all’1,58 di notte: 'E poi torni a casa, stanco ma pieno dell'entusiasmo che hai ricevuto.
Oggi Pistoia, Fucecchio, Certaldo. Centinaia di persone che ti chiedono di andare #avanti. E che si mettono in gioco con te. Quello delle persone che partecipano alle presentazioni è un mondo totalmente diverso da ciò che i giornali spesso narrano. È gente entusiasta e tenace che ha tanta voglia di futuro. Sono fortunato a essere uno di voi. Sono fortunato ad avervi come compagni di viaggio. Grazie, amici. Andiamo avanti e avanti insieme”.
Eccolo il Renzi dei primi tempi, delle camicie sempre bianche, del 'se non ora quando', ottimista, carico, pronto a riprendere le redini del paese... Un Paese nel quale - a suo dire - la realtà è ben differente da quella testimoniata quotidianamente dai giornali. Infatti Renzi attribuisce ai giornalisti la responsabilità o la colpa di un racconto della una realtà differente da quella reale.
E via, ‘gufi’ anche giornalisti! Non tutti ovviamente che alcuni amici servono sempre. Renzi come Berlusconi in una propaganda ottimistica. E la memoria va al Silvio Berlusconi del 2011 “I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, si fatica a prenotare un posto sugli aerei”. Il numerosissimo seguito di Renzi è fatto da persone entusiaste che chiede a lui di andare avanti. Persone che si mettono in gioco.
Almeno questo pensiero del premier lo si può condividere. Si un popolo, quello italiano, di persone che si mettono in gioco, per sopravvivere a volte, per crescere, e per far in modo che si possa uscire da una situazione ormai paludata da tanti anni.
E’ un Renzi che ammicca quello delle Feste, un vero e proprio showman, che ride, scherza, si sforza (e non fa fatica in questo, va detto) di essere simpatico. Un Renzi che attacca il M5S cosi come la Lega Nord, i nemici più temibili alle prossime elezioni; li accusa di populismo e di parlare alla pancia dell’elettorato. Un Renzi che sapientemente ricorda o tralascia, a seconda delle convenienze, che il paese è governato dal suo partito da 4 anni e direttamente da lui da tre.
Una propaganda che rischia di non rendere giustizia nemmeno al lavoro buon fatto dal Governo in questi anni, perchè aspetti positivi ce ne sono stati e oggettivamente la critica a tutto di una fetta dell'opposizione appare pretestuosa e strumentale. Eppure questa propaganda rischia di dare ragione proprio alle minoranze. Perchè basta guardarsi intorno, anche in città 'ricche' come la nostra, Modena, per capire che di entusiasmo in giro ne è rimasto poco. Perchè gli obiettivi da perseguire dovrebbero essere al rialzo e non al 'c'è chi sta peggio di noi'. Perchè non basta predicare ottimismo per risolvere i problemi. Anzi, se l'ottimismo diventa una coperta per nasconderli allora è meglio rinunciarci completamente. E guardarla in faccia la verità, fotografandone aspetti positivi e negativi.
Del resto i problemi da affrontare sono sempre gli stessi, sempre più grandi per chiunque si troverà a governare in una Italia che si regge in piedi anche purtroppo grazie ad una economia sommersa dai numeri spaventosi e da una economia criminale (mafiosa) da diversi punti di Pil. Se improvvisamente togliessimo queste due certezze il nostro paese si accartoccerebbe su se stesso. Questa è la verità e, anche se poco edulcorata e dolorosa anche solo da pronunciare, è ben nota a tutti: ma nella narrazione, non quella Vendoliana, ma quella ottimistica e piena di entusiasimo di Renzi, per le verità cupe non c'è posto.
Cinzia Franchini
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