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«La sicurezza è, in prima battuta, un sentire e il sentirsi è cosa impegnativa perché è vicina al sentimento: dove si ragiona con le statistiche non c’è sentimento. La sicurezza è un problema che colpisce in prima istanza i più deboli». Sono parole pronunciate nel corso di un incontro di alcuni giorni fa con i media dal segretario cittadino del Partito Democratico Andrea Bortolamasi. Parole che si commentano da sé. Ma non certo perché esprimono un concetto, buono e cattivo che sia. Semplicemente e gravemente perché il loro significato è oggettivamente impenetrabile. In altri termini, non si capisce che cosa abbia voluto dire il povero Bortolamasi. Parole che confermano però lo stato confusionale nel quale versano i massimi dirigenti del Pd modenese sull'ostico tema della sicurezza.
«Sono un uomo che vuole la verità, un uomo stanco di sentire raccontare delle balle. La situazione è migliorata». Queste, sono invece parole sbraitate dal sindaco Giancarlo Muzzarelli in occasione dell'ultima assemblea con i residenti della zona di viale Gramsci. Parole, in questo caso, almeno di senso compiuto. Ma che segnalano, nel loro contenuto implicito e nella veemenza con cui sono state pronunciate, la disperazione di Muzzarelli. La disperazione di un uomo, che sulla sicurezza aveva fatto capire sin dall'avvio del suo mandato amministrativo di volersi giocare la propria credibilità, la propria statura politica, la propria immagine di uomo forte. È la disperazione di chi sa di aver clamorosamente fallito. Perché il quadro della sicurezza non appare certo migliore di quello che aveva lasciato in eredità Giorgio Pighi. Quest'ultimo, però, a differenza di Muzzarelli, aveva piena padronanza normativa della materia e di conseguenza consapevolezza dei limitati poteri di cui dispone un sindaco: proprio per questo, e non solo per questioni di stile e physique du rôle, non ha mai ambito ad assurgere a sceriffo della città.
Il fallimento di questa giunta brucia ancora di più, crediamo, proprio per il fatto che Muzzarelli, forse facendosi prendere la mano o forse solo perché mal consigliato, sin dai primi passi del suo mandato, ha voluto vestire i panni dell''uomo della legge'. Quello che nei film fronteggia i peggiori criminali a viso aperto, che sgomina da solo bande di malavitosi, che ripulisce la città dalla peggior feccia facendola scappare a gambe levate. È questa l'immagine che Muzzarelli ha voluto dare di sé sui temi della sicurezza, alzando, come si suol dire, l'asticella molto in alto. Troppo in alto. Provando per giunta a rafforzare l'impatto e l'aderenza alla realtà di quell'immagine sulla cittadinanza con una potenza di fuoco comunicativo senza precedenti, che ha 'allagato' le redazioni dei media locali di note stampa, interviste, veline, telefonate, mail ad un ritmo folle.
Quell'immagine, che tanti in città si sono bevuti, in un apprezzamento per il nuovo corso di stampo poliziesco dell'Amministrazione Comunale, via via che le cose non miglioravano, che il degrado aumentava, che il crimine si beffava dell'uomo forte al comando rialzando ciclicamente la testa, è andata sbiadendosi ed appannandosi. Con la naturale conseguenza che l'incazzatura di cittadini e commercianti ha ricominciato giustamente a crescere. Il consenso del sindaco-sceriffo è così drasticamente diminuito e la sua agitazione comunicativa ormai a nulla o quasi vale per invertire la china così sfavorevole. Un quadro pessimo, confermato dal brutto colpo di due autorevoli classifiche nazionali delle città italiane sulla qualità della vita, che relegano Modena nelle retrovie proprio anche a causa dei problemi di sicurezza.
La conferma che l'immagine di Muzzarelli come 'uomo della legge' sia definitivamente e irrimediabilmente scalfita è il ritorno in campo delle malconce truppe del Pd cittadino. Che, nel tentativo altrettanto disperato, da un lato di soccorrere il sindaco-sceriffo, dall'altro di arrestare il fiume in piena di comitati rispuntati come funghi e più forti che mai, si rimette in ascolto. In ciò ignorando che non bastano certo 8 assemblee in contemporanea per restituire dignità e vita ad un partito che ormai è sideralmente lontano dalle ragioni del suo popolo, prima ancora che dalle istanze della cittadinanza.
Eli Gold