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Il gran giorno delle elezioni britanniche è passato. Nel momento in cui mancano tre seggi al completamento dello spoglio, i risultati sono i seguenti: i conservatori hanno ottenuto 362 seggi; i laburisti 203; i nazionalisti scozzesi (Snp) 48; i liberaldemocratici 11. La maggioranza assoluta è 326 seggi. L'affluenza è stata del 67,1 %.
Una vittoria schiacciante per il primo ministro Boris Johnson. Una Caporetto per il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn.
La linea dura e determinata sulla Brexit ha ripagato Johnson. Il risultato netto dei conservatori è merito di una campagna elettorale trascinata dallo slogan Get Brexit Done! (Facciamo la Brexit!). Corbyn promise invece di rinegoziare l'accordo di uscita per poi metterlo a referendum popolare. Un piano che avrebbe inevitabilmente allungato i tempi della Brexit oltre la scadenza prevista del 31 gennaio 2020. Evidentemente i britannici sono stanchi dei rinvii.
Per i laburisti si tratta della sconfitta peggiore dal 1935 quando, guidati dal noto Clement Attlee, ottennero appena 154 seggi.
Risultato deludente per i liberaldemocratici i quali sono totalmente contrari alla Brexit e vogliono revocare l'articolo 50. Essi hanno perso due seggi rispetto al 2017. Ma soprattutto la leader del partito, Jo Swinson, ha perso il seggio.
Ottimo risultato per i nazionalisti scozzesi dello Scottish National Party (Snp) che guadagnano 13 seggi rispetto alle elezioni del 2017. Un risultato che indubbiamente rafforzerà la causa indipendentista del partito di Nicola Sturgeon.
Il Brexit Party di Nigel Farage non ha ottenuto alcun seggio. Johnson, con la sua linea radicale, ha rubato tutto l'elettorato di Farage il quale, va detto, ha fatto attenzione a non mettere i bastoni tra le ruote dei conservatori durante la campagna elettorale. Si può dire che Johnson ha avuto successo laddove Cameron fallì.
Ora Johnson ha ciò che tanto mancava a lui e a Theresa May: una maggioranza netta che approvi l'accordo di uscita dall'Ue.
La storia infinita della Brexit non terminerà però con la ratifica dell'accordo di uscita. Dopo l'uscita del Regno Unito ci sarà un periodo di transizione che terminerà il 31 dicembre 2020. Durante questo periodo transitorio Londra e Bruxelles dovrebbero stipulare un accordo commerciale ad hoc.
Durante la campagna elettorale Johnson ha promesso che entro la fine del prossimo anno siglerà l'accordo commerciale con l'Ue. Il primo ministro ha promesso che ce la farà entro la scadenza del 31 dicembre 2020, che non ci saranno rinvii. Sembra un copione già sentito.
Massimiliano Palladini
Redazione Pressa
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