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'Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione'.
Con queste parole, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i 21 ministri che compongono la nuova squadra di governo, uno ad uno, hanno prestato giuramento davanti il Presidente della Repubblica nella sede del Quirinale per poi insediarsi durante la Cerimonia ufficiale a Palazzo Chigi. Così si chiude ufficialmente la crisi di governo aperta l'8 agosto al grido dei 'pieni poteri' e nasce il governo Conte-bis.
Il secondo governo Conte nasce soltanto dopo una lunga e faticosa trattativa che ha visto il M5S e il PD dar vita a un'alleanza innaturale alla quale si sono uniti i membri di LeU.
Così, dopo la maggioranza gialloverde si passa a quella giallorossa che, pur avendo una certa similitudine con quella precedente, non avrà né il tempo né lo spazio per il privilegiato esercizio di propaganda di cui i pentaleghisti hanno goduto per ben 14 mesi.
Una maggioranza nata da un profondo disincanto e in estrema prossimità alla legge di bilancio, dovrà fare subito i conti con la realtà dei fatti e mettersi al lavoro. Si tratta però di un'alleanza fragile che corre il rischio di non sopportare le sfide che essa stessa ha dichiarato di assumere.
Un'analisi realista dei fatti ci costringe ad andare oltre l'ottimismo che oggi invade i mercati, che fa calare lo spread ai minimi storici e che fa convergere gli interessi dell'Europa, degli USA e della stessa Cina intorno alla composizione questa nuova maggioranza.
Un'analisi realista dei fatti ci costringe a pensare subito alle tante troppe sfide che attendono i giallorossi dietro l'angolo: a partire dalla manovra, passando per l'istruzione e il cuneo fiscale, fino ad arrivare all'eterna crisi di un Mezzogiorno sempre più desolato.Sono tutte sfide che il nuovo governo ha direttamente assunto nei 26 punti di un programma tanto ricco quanto difficile da rendere concreto (Per non parlare di sviluppo sostenibile, opportunità per le nuove generazioni e altri orizzonti contemplati nel medesimo).
Un'analisi realista dei fatti ci costringe almeno a porci le seguenti interroganti: potrà la nuova maggioranza andare oltre l'anti-salvinismo? sarà in grado di dimostrare qualcosa il più al di là della tenuta in vita della legislatura? potranno i giallorossi realizzare la metà dei punti previsti nel programma? e, soprattutto, sapranno rimanere compatti nei momenti più difficili?
Sono tutti interrogativi a cui solo il tempo potrà dare una risposta assoluta e che ci inducono a sperare che il Quirinale non abbassi la guardia: probabilmente Mattarella dovrà ancora darsi da fare nei prossimi mesi.
Estefano Tamburrini