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'Una tempesta in un bicchiere d’acqua! Così si può definire l’esplosione delle proteste sorte in seguito all’introduzione della norma che contempla il pagamento, da parte dei clienti, dei sacchetti di plastica biodegradabile usati per frutta e ventura. Senza riprendere l’osservazione polemica circa la mancata protesta per l’aumento di canoni, quali i pedaggi autostradali, ben più onerosi per gli utenti, ritieniamo che la norma in oggetto meriti approvazione per più motivi'. Così in una nota la Lega per la difesa ecologica (Lde) di Modena, presieduta da Paolo Dieghi.
'Anzitutto, tale norma ha una precisa funzione ecologica. Essa, infatti, ha una finalità educativa, mirando a far comprendere che è interesse di tutti l’impiego di una plastica biodegradabile. Inoltre ha lo scopo di incentivare l’uso di contenitori non plastificati, usabili quante volte si vuole - continua Lde -.
In secondo luogo, con tale disciplina l’Italia si pone all’avanguardia, nell’ambito dei Paesi europei, nel campo della politica del contenimento dell’uso della plastica e quindi nell’azione contro l’inquinamento provocato da sostanze plastiche. La norma in oggetto, non posta in essere per l’adempimento di un obbligo imposto dall’unione Europea, pone il nostro paese all’avanguardia nell’ambito europeo (e non solo in questo). Non valgono i motivi avanzati contro questa disciplina. Anzitutto l’eventuale aumento del prezzo per i sacchetti di plastica biodegradabile è irrisorio (si parla di centesimi) e può essere evitato con contenitori non plastificati. In secondo luogo, è priva di valore la notizia polemica secondo cui la misura adottata dal Parlamento costituirebbe un favore ad un’impresa, che produce il MATER-BI, cioè il materiale che risulta biodegradabile. Le imprese che impiegano, per la produzione dei sacchetti di plastica, tale materiale sono numerose e quindi non c’è monopolio in tale attività produttiva'.
'A parte ciò, è insensato polemizzare contro una misura funzionale alla tutela dell’ambiente adducendo che detta misura favorisce qualche impresa - chiude la Lde di Modena, sottoscrivendo del resto la posizione espressa ad esempio da Legambiente -. Bisogna rilevare che la produzione e la conseguente vendita, di beni socialmente utili quindi necessari a soddisfare esigenze collettive (ambiente, salute, istruzione) comporta naturalmente un vantaggio di qualche impresa e costi, diretti ed indiretti, a carico di cittadini. La soluzione alternativa sarebbe costituita dalla mancata produzione ed utilizzazione di beni socialmente utili: ad esempio non dovremmo usare apparecchiature sanitarie e farmaci per non arricchire le aziende venditrici. Il che è manifestamente assurdo e comprova l’assurdità della critica della norma relativa ai sacchetti di plastica in quanto favorirebbe un profitto di aziende'.