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Comunque vada a finire, se dovessimo descrivere con una singola parola l’intera crisi di governo, il termine giusto sarebbe “instabilità”. Essa è diventata la compagna più fedele della vita politica nazionale in questi 23 giorni di follia estiva. Dall’inizio della crisi aperta da un Salvini che si è perso correndo dietro ai sondaggi al discorso di Conte al Senato decretando la fine dell’esperienza gialloverde, dall’apertura della trattativa PD-Cinquestelle che fino a poco prima dell’ora zero rischiava di saltare per aria grazie alla pretesa del capo politico dei Cinquestelle di sottoporre l’intesa al voto su Rousseau, dalle convocazioni di Lega e FdI in piazze separate per protestare contro lo stesso “inciucio” passando per l'ultimo scatto di follia di un Di Maio che minaccia di far saltare tutto se non vengono inseriti i 20 punti da lui richiesti sul programma fino ad arrivare al nuovo faccia a faccia tra Conte e Mattarella al Quirinale per motivo delle serie difficoltà riscontrate nel tentativo di formare il governo, l’instabilità - non solo a livello politico ma anche emozionale - è, decisamente, l’elemento al centro della crisi.
Ed è proprio l’instabilità ad agitare per l’ennesima volta sia i mercati sia lo stato d’animo degli italiani. È sempre l'instabilità a condizionare le dichiarazioni, le decisioni e le azioni piuttosto confuse dei nostri politici. È sempre l'instabilità ad accompagnare la breve vita di maggioranze molto fragili che, dalla loro nascita alla loro caduta, sono incapaci di governare il Paese con dedizione e responsabilità. E sarà sempre l’instabilità a delegittimare un sistema di partiti già in crisi e che rischia di lasciarsi alle spalle un ulteriore vuoto di rappresentatività.
Sebbene una delle principali promesse del governo Conte sia quella di 'recuperare il ruolo dell'Italia in Europa e nel mondo', l'alleanza PD-M5S trema già e si dimostra non in grado di compattarsi intorno a un governo stabile. E se i Giallorossi continuano a non offrire alcun segnale di certezza, il clima di instabilità non verrà mai superato e saremo sempre percepiti come un Paese non governato.
In altre parole, l'instabilità politica ha delle pesanti ripercussioni sia all'interno che all'esterno e, se non verrà superata, rischierà di ridimensionare ulteriormente la nostra forza strategica tutti gli scenari che affrontiamo.
Anche nelle ultime ore - con grillini e Dem che litigano ancor prima di governare e con Di Maio che perde ogni preziosa occasione per stare zitto - l’instabilità resta irrevocabilmente presente fino al punto di trasformare la realtà politica italiana in qualcosa di simile al calciomercato estivo nel quale i passaggi e le trattative rischiano di protrarsi fino alla chiusura del mercato stesso lasciando tutti in bilico fino all’ultimo colpo. Peccato che nel nostro caso ad essere in gioco non sia la prossima stagione della Serie A, ma il futuro di un intero Paese che non può più sottostare agli sbalzi di umore di una classe politica incapace.
Estefano Tamburrini
Redazione Pressa
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